Laives
“Basta coprifuoco!”: il tour di protesta di Fratelli d’Italia ha fatto la sua tappa anche a Laives

Dopo la manifestazione in piazza Terme a Merano, Fratelli d’Italia ha sfidato ancora l’orario di rientro a casa, a Laives, lunedì 10 maggio dalle 21.30 in piazza del Comune. Alla presenza del coordinatore provinciale Marco Galateo, il consigliere comunale di Laives Antonio Cantoro con i dirigenti Marco Coppola, Jessica Barra, Cristian Benvenuti, Stefano Stagni, Michele Vasarin, Graziano Accorsi hanno esposto uno striscione con la scritta “Basta coprifuoco“.
“Questa misura va tolta, come in Spagna, perché è una misura anticostituzionale, liberticida, senza alcun fondamento scientifico o giuridico nella lotta al covid – affermano – . Lo conferma anche il Comitato tecnico scientifico del governo. Come dice Giorgia Meloni, ridurre il tempo a disposizione dei cittadini per svolgere la loro vita non fa altro che aumentare la possibilità di assembramenti“.
E ancora: “Il tour della provincia è partito da Merano, perché simbolo di un’economia del turismo zoppa a causa delle decisioni scellerate di questo governo. Togliere il coprifuoco, riaprire le aziende, permettere la circolazione delle persone, garantendo però un controllo capillare dei positivi attraverso l’aumento del numero di tamponi fatti ai sintomatici sul territorio e sviluppando finalmente un approccio univoco alla malattia sono gli ingredienti per la ricetta della ripartenza (è bene ricordare che oggi non esiste un protocollo di cura specifico, ma ogni medico di medicina generale va per la propria strada nel trattare i pazienti positivi).
Non si capisce invece che senso abbiano i tamponi obbligatori su larga scala a persone sane, peraltro con l’utilizzo di un tampone nasale che entra pochissimo nella narice e ce lo si somministra in solitaria, senza nemmeno un controllo di personale sanitario specializzato. Se prima per scovare i positivi asintomatici servivano quelli che vanno in profondità, come si può pensare che siano efficaci questi superficiali?“.
“Si prende spesso ad esempio l’Austria per questo modello, ma lì le aziende fanno i tamponi ai loro dipendenti, retribuiti dal servizio sanitario nazionale. Un modello contrario a quello che usiamo noi dove i datori di lavoro si sono fatti carico spesso dei costi per il controllo attraverso i tamponi effettuati altrove privatamente.
Il modello altoatesino non sta ancora funzionando, anche il nuovo corona pass avrà ha validità solo provinciale in Italia, mentre sarà valido per l’Austria per sole 24 ore dal risultato e non può quindi costituire un vantaggio per la ripartenza economica o per il controllo della popolazione“, concludono.
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