Ambiente Natura
Bacini montani: riprendono i lavori nel laghetto di Rablà

La prossima settimana proseguiranno nel laghetto di Rablà e nel rio di Tel, nel Comune di Parcines, i lavori dei Bacini montani per eliminare la pianta acquatica invasiva Elodea nuttallii, rilevata per la prima volta in Alto Adige all’inizio dell’estate dello scorso anno.
A causa della sua grande adattabilità, rapida crescita e riproduzione, questa pianta si è diffusa rapidamente in tutto lo stagno ed ha eliminato le piante autoctone. “Poiché il Laghetto di Rablà confluisce nel vicino fiume Adige, esiste il rischio che piccole particelle di questa pianta acquatica possano venir trasportate e colonizzare altri habitat” sottolinea il direttore dei lavori Martin Eschgfäller dell’Ufficio sistemazione bacini montani d Ovest. “Poiché il laghetto di Rablà è un’area ricreativa molto frequentata, procediamo con particolare cautela“, sottolinea l’assessore provinciale Arnold Schuler.
Il lavoro nel laghetto di Rablà si svolge in stretta collaborazione e coordinamento tra i Bacini montani e l’ecologo delle acque Peter Hecher, dell’Agenzia per la Protezione civile, il Laboratorio biologico dell’Agenzia per l’ambiente, l’Ufficio per la tutela delle acque, l’Ufficio per la natura, l’Ufficio per la gestione della fauna selvatica, il Corpo forestale, la locale Associazione dei pescatori e l’Amministrazione comunale. I lavori nel laghetto di Rablà e lungo il corso inferiore del rio Ziel si svolgeranno nei mesi invernali.
Eradicazione della Elodea nuttalli
L’Elodea nuttallii, l’alga acquatica a foglie strette, che prende il nome dal botanico inglese Thomas Nuttall, è originaria del Nord America ed è una pianta acquatica perenne che si adatta molto bene alle condizioni ambientali e cresce rapidamente. Le loro dense popolazioni hanno effetti negativi, anche sulla popolazione ittica. Pertanto, l’acqua deve essere rimossa per evitare che la pianta si riproduca, si diffonda, colonizzi e danneggi altri ecosistemi.
Il termine invasivo descrive quelle specie aliene e non autoctone che possono mettere in pericolo un ecosistema. Per contrastare la diffusione, un regolamento UE del 2014 stabilisce che devono essere adottate misure immediate per controllare e contenere la diffusione.
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