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Italia ed estero

Assegni familiari: l’Ue impone il pagamento anche per i parenti degli immigrati che non vivono in Italia

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Dall’Europa tardano ad arrivare i soldi per rilanciare la nostra economia dopo le drammatiche conseguenze provocate dall’emergenza Coronavirus, ma in compenso veniamo costretti a pagare pure i familiari degli immigrati.

I cittadini extra Ue in Italia (con permesso unico o soggiornanti di lungo periodo) hanno diritto ad assegni anche per i parenti a carico residenti fuori dall’Unione europea.

Lo ha stabilito la Corte di Giustizia della Ue. Tradotto: l’Italia dovrà iniziare a corrispondere assegni sociali ai familiari dei migranti anche se vivono nel loro Paese d’origine.






La Corte Ue giudicacontraria al diritto dell’Unione” la normativa italiana che rifiuta o riduce una prestazione di sicurezza sociale al cittadino extra Ue, titolare di un permesso unico o soggiornante di lungo periodo, per il fatto che i suoi familiari risiedono in un Paese terzo, “mentre la stessa prestazione è accordata ai cittadini italiani indipendentemente dal luogo in cui i loro familiari risiedono“.

La decisione è arrivata in seguito a un contenzioso tra l’Istituto nazionale della previdenza sociale e due cittadini (uno dello Sri Lanka e l’altro del Pakistan) che vivono e lavorano regolarmente in Italia e hanno moglie e figli a carico.

Dopo aver soggiornato qualche anno nelle nostre città, entrambi hanno lasciato l’Ue per rientrare nel loro Paese d’origine e a quel punto l’ente previdenziale ha sospeso il pagamento delle sovvenzioni.



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