Benessere e Salute
App Immuni, flop annunciato: l’hanno scaricata solo 8 italiani su 100

L’app Immuni è un flop. Dopo mille polemiche, problemi e ritardi finalmente funziona, ma non è stata accolta bene dagli italiani.
In totale è stata scaricata solamente da 4 milioni di utenti, cioè da 8 cittadini si 100. Il governo aveva detto che per avere un minimo di affidabilità nel possibile contrasto al coronavirus avrebbe dovuto essere scaricata almeno da 75 cittadini su 100.
Un andamento che, davanti ai vari focolai nati in tutto il Paese, come quello all’interno dello stabilimento di Bartolini o quello di Mondragone, non soddisfa il Governo, che si dice pronto ad attuare un appello ai cittadini invitandoli a utilizzare l’applicazione per il tracciamento dei contagi.
Come detto l’app Immuni è stata scaricata solamente da 8 italiani su 100, nonostante, come sottolineato dal ministro dell’Innovazione, Paola Pisano, “l’app tecnologicamente e tecnicamente sta funzionando”, fornendo anche i dati aggiornati sul numero di download effettuati nel nostro Paese.
L’applicazione, ha continuato la ministra, “si sta integrando bene con il sistema sanitario, non più sotto pressione come prima: dialoghiamo settimanalmente con tutte le Regioni”, specificando che durante la Fase 3 è sempre più necessaria un’applicazione “unica, altrimenti non si ha il controllo dei dati e non si riescono a individuare focolai di ammalati”.
Il messaggio è stato ribadito in modo ancora più sentito anche dal ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, che, unitamente al viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, ha esortato tutti i cittadini “a scaricare l’app che serve a proteggerci a livello nazionale. Non bisogna fare delle app per le singole Regioni, occorre avere una protezione a livello nazionale”.
L’app tuttavia non ha convinto, infatti oltre a non poter essere scaricata da 1 persona su 4 dal momento che non è supportata da smartphone datati, molti italiani ancora non si fidano a rilasciare i propri dati.
Sulla questione si è espresso anche l’kacker Max Uggeri, il quale ha affermato che:“Chi gestisce il database, ovvero Sogei, su questo fronte ha fatto già figure non proprio bellissime in passato. Il primo rischio è quello che qualche malintenzionato lo attacchi per generare dei falsi positivi: se fossi all’opposizione ci farei un pensierino”.
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