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Val Pusteria

Alta Val Pusteria: possibile la presenza del gatto selvatico europeo

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Walter Rienzner, guardia forestale dell’Ufficio caccia e pesca, ha notato qualcosa di anomalo nella carcassa di un gatto investito a bordo strada della provinciale che da Dobbiaco porta a Villabassa.

Quando ha osservato più da vicino la carcassa, è rimasto colpito poiché aveva tutte le sembianze di un gatto selvatico europeo (Lat. Felis Silvestris), in caso di conferma si tratterebbe della prima conferma della presenza del gatto selvatico in Alto Adige. Sebbene la determinazione della specie venga definita anche sulla base di precisi caratteri fenotipici e morfometrici, l’ibridazione con i gatti domestici non è rara, campioni biologici verranno ugualmente inviati a laboratori specializzati per l’analisi genetica.

I risultati verranno conferiti al massimo entro un mese e daranno finalmente la certezza assoluta della presenza della specie anche in Alto Adige.

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Un arricchimento per la biodiversità della nostra provincia

“Il ritrovamento di una specie un tempo dichiarata scomparsa è un vero arricchimento per la nostra provincia e testimonia ancora di più l’esistenza di un ecosistema intatto”, afferma soddisfatto l’assessore provinciale, Arnold Schuler: “Tuttavia, il fatto del ritrovamento chiarisce anche quanto le strade possano essere pericolose per l’incontro tra uomini e animali, soprattutto ora nel periodo invernale.

Gli animali selvatici si spostano quindi più frequentemente tra i rifugi, anche in fondo valle. Allo stesso tempo, gli automobilisti sono costretti a viaggiare in condizioni di scarsa luminosità. Pertanto bisogna aumentare l’attenzione per evitare gli investimenti stradali di fauna selvatica. In questo caso, l’attenzione  riposta dall’agente forestale ha permesso di contribuire a un rilevamento sensazionale”.

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Secondo la legge provinciale sulla caccia n. 14/1987, gli incidenti che coinvolgono gli animali selvatici devono essere denunciati alle autorità venatorie di zona, si consiglia pertanto in caso di incidente con fauna selvatica di chiamare il numero della centrale di emergenza 112 che provvederà a inoltrare le informazioni.

La presenza del gatto selvatico in Europa

Il gatto selvatico europeo ha subìto una forte regressione in Europa nel secolo passato, ma negli ultimi decenni sono state raccolte diverse nuove testimonianze incoraggianti: Recentemente, un cacciatore del distretto di Lienz, nel Tirolo orientale, ha potuto osservare e fotografare un gatto selvatico europeo nel comune di St. Johann im Walde.

Si tratta del secondo record dal vicino Tirolo dopo quello registrato nel 2013 nella valle di Paznaun. Un record genetico è stato riportato anche dal Vorarlberg in autunno. Nel vicino Trentino nel gennaio del 2018 è stato fototrappolato (PAT) un gatto selvatico sui versanti del Monte Bondone ed una seconda testimonianza arriva dal Primiero con un’immagine da fortotrappola (M. Salvatori MUSE).

Altre due comunità monitorate negli ultimi anni, sono quelle studiate nel Bellunese e nel Friuli Venezia Giulia. Lungo la dorsale appenninica la specie risulta essere maggiormente   diffusa .

Recenti evidenze suggeriscono che l’areale di distribuzione di questa specie molto schiva, risulta essere molto più ampio di quanto ipotizzato in precedenza. Per dimensioni, il gatto assomiglia a un gatto domestico, ma con un aspetto molto più robusto. Il colore del sotto manto varia dal marrone rossiccio al grigio-giallastro.

Tipica è la linea nera sul dorso, che si estende dalla base della testa alla coda con continuità, dove spesso si fonde in diverse bande nere. Il colore del naso è tipicamente rosa chiaro. La coda claviforme termina con un apice nero e presenta anelli multipli ben definiti.

Il gatto selvatico europeo, come la lince, è un tipico abitante delle foreste e un abile cacciatore, che bene si adatta a paesaggi forestali intatti e necessita soprattutto di foreste di latifoglie tranquille con un’alta percentuale di legno morto.

Soprattutto la frammentazione degli habitat e quindi la mancanza di fondamentali corridoi forestali ha limitato fortemente il suo habitat potenziale in Europa.

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