Politica
Alitalia: il salvataggio lo pagheranno gli italiani in bolletta. CTCU: “Si fermi il governo”
Pare che il Governo abbia intenzione di mettere le mani nelle tasche dei consumatori (settore elettrico) per salvare Alitalia.
I continui salvataggi della compagnia di bandiera Alitalia sono costati alle casse del Paese oltre 8 miliardi di euro nei soli ultimi 10 anni. Ora, l’esecutivo ha previsto la possibilità di prelevare la bellezza di altri 650 milioni di euro dalle bollette elettriche per garantire la continuità industriale della compagnia aerea.
Gli articoli 37 e 50 del cosiddetto decreto Crescita prevedono, infatti, la possibilità di utilizzare 650 milioni di euro presenti sui conti della CSEA (Cassa per i servizi energetici ed ambientali) per la copertura finanziaria della misura in favore della continuità del servizio della compagnia aerea Alitalia.
Nei giorni scorsi ARERA (l’Autorità per il settore elettrico) ha raccomandato al Governo di evitare il ricorso a misure che dispongano il trasferimento diretto al Bilancio dello Stato di risorse provenienti dalla tariffa elettrica e gas, al fine di scongiurare effetti negativi su famiglie e imprese.
Anche il CTCU esprime la sua preoccupazione e richiede che i parlamentari eletti in Trentino Alto Adige si attivino affinché, in sede di conversione del decreto, la norma venga modificata .
Walther Andreaus, direttore del CTCU sintetizza: “Già abbiamo le tariffe elettriche fra le più care d’Europa; in Alto Adige le famiglie spendono ancora di più in relazione alla maggior energia consumata rispetto ad altre parti del Paese e quindi, alla fine, la misura paventata potrebbe portare ad esborsi ancora maggior per i consumatori e le famiglie altoatesina. La cosa va evitata assolutamente. Diciamo no alla misura messa in atto dal Governo: il denaro per salvare la disastrata compagnia aerea lo si trovi casomai altrove, ma non con i soldi degli utenti”.
Continua Andreas: “Da dove verrebbe preso questo denaro? Dal fondo istituito presso CSEA con lo scopo di evitare ripercussioni a famiglie e imprese nel caso di forti aumenti delle tariffe elettriche e del gas. Una sorta di tesoretto, al quale contribuiscono quotidianamente i consumatori pagando una piccola cifra in bolletta.
Un tesoretto che poi viene restituito periodicamente ai clienti in quei trimestri in cui il prezzo dell’elettricità o del metano sale in modo considerevole. Come scrive l’autorità ARERA, i soldi messi da parte servono, in buona sostanza, «alla mitigazione degli effetti per i clienti finali, in caso di forti oscillazioni dei costi di generazione o di approvvigionamento dell’energia».
“Se tolgono 650 milioni di euro da tale fondo diventa concreto il rischio che lo stesso non sia poi sufficiente per “mitigare” il sempre possibile rincaro dei prezzi di energia elettrica e gas. Il che comporterebbe quindi, come logica conseguenza, un aumento delle tariffe in bolletta per i consumatori finali.
Il decreto Crescita pare inoltre prevedere che il trasferimento dei 650 milioni avvenga per tutto il periodo necessario per il rilancio di Alitalia. In pratica, potrebbe riproporsi anche nei prossimi anni. Semplicemente vergognoso”, conclude.
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