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BIDONZOLO

Alfabeto Ecologico: I di Immondizia

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Oggi il nostro alfabeto ecologico arriva fino alla lettera “I” proprio di “immondizia“.

Parliamo sempre dell’immondizia come un problema relativamente moderno, ma la verità è che esiste da sempre, da quando l’uomo ha iniziato a nutrirsi e a cacciare.

Solo che negli anni, purtroppo, è cresciuta con noi. Ai tempi della preistoria la spazzatura era poca, costituita solo dalle ossa degli animali che l’uomo cacciava, dalle armi che servivano per cacciare e dagli utensili necessari per mangiare.

Non avevamo ancora tempi e modi per produrre immondizia.
Dalle campagne e le zone più periferiche in cui i cacciatori hanno continuato a vivere per millenni, ci si è spostati sempre di più verso i centri abitati: ma ancora non c’erano i bagni e le toilette!

Di diverso però c’era che le persone concentravano la loro esistenza negli stessi posti, conducendo una vita molto più sedentaria, iniziando a concentrare rifiuti e avanzi.

Le condizioni igieniche presto iniziarono a peggiorare perché l’immondizia cresceva e nessuno se ne preoccupava: i cacciatori che vivevano in giro sopravvivevano di più, ma gli agricoltori e i primi mercanti dovevano sperare di non ammalarsi.

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L’igiene non era delle migliori! I venditori ambulanti, i bottegai, gli animali che trainavano i carri, contribuivano a produrre immondizia, che veniva spesso lasciata per strada.

Anche i macellai buttavano gli avanzi in giro, dove capitava.
Pensate che odore!

Nell’Antica Roma, finalmente, s’iniziarono a studiare le prime soluzioni per arginare la situazione e vennero create le prime fognature, le cloache appunto, e i primi bagni pubblici.

Fuori dalle città vennero costruite le prime discariche, luoghi adibiti alla raccolta di tutta la sporcizia e gli avanzi.
Qui si buttava di tutto: dalle macerie agli avanzi.

Il Monte dei Cocci e Montecitorio sono due colline create con l’accumulo di anfore rotte, pensate un po’!

Nel Medioevo s’introduceva la tecnica della concimazione: avanzi di cibo ed escrementi si usavano per gli orti.
Ma ancora non comparivano servizi igienici o bagni nelle abitazioni.
I resti dei cibi, per fortuna, erano pochi perché in cucina si utilizzava pressoché tutto, senza buttare via niente.
E i migliori spazzini erano ancora i maiali che razzolavano liberamente per le strade, mangiando quello che trovavano: la pulizia nelle città ci ha messo qualche secolo prima di iniziare a funzionare!

Solo nel Rinascimento fu deciso che i proprietari di casa dovevano pulire il proprio tratto di strada o la bottega o la parte di mercato in cui lavoravano. Gli animali però erano ancora liberi di sporcare dove volevano. Anche per questo ogni via restava coperta da melma, eliminata quando non se ne poteva più fare a meno: ad esempio al passaggio di una persona importante o vicino alle fontane pubbliche.

Chi si occupava di raccogliere quella “melma” dalle strade, la rivendeva come concime ai contadini o la abbandonava fuori dalle mura della città. Si è andati avanti così per un bel po’…

La Rivoluzione industriale ha portato grani cambiamenti nella gestione dell’immondizia: le invenzioni tecnologiche e il problema dei rifiuti divennero una grande sfida da vincere.

Aumentando le industrie, cresceva il benessere e aumentavano anche le persone e di conseguenza anche i loro bisogni e i loro scarti.

È con l’arrivo della plastica e delle prime fibre sintetiche, ma anche delle stufe a carbone e a legna… fino alle automobili che l’immondizia è aumentata senza mai trovare fine.
Gran parte dei prodotti sono diventati usa e getta, aumentando la produzione di imballaggi difficili da raccogliere.

Abbiamo iniziato così a portarci a casa sempre più materiali che, una volta usati, impiegano millenni per essere smaltiti. Insomma, dividiamo il mondo con l’immondizia da ormai due milioni di anni.

La conosciamo bene.
Così tanto da inventarla e farle inquinare il mondo.

Ancora non abbastanza però da riuscire a fermarla.

Alla prossima, Bidonzolo.

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