Alto Adige
Agenzia per la Giustizia, Urzì: “Potere delle Province sul sistema giudiziario. No all’influenza politica sulla magistratura”
Magistratura domestica, rischio di condizionamento ambientale. La si è chiamata in modi diversi, ora si arriva al dunque: il Consiglio regionale sta trattando l’approvazione della norma che crea l’Agenzia per la Giustizia. Il potere sarà dato alle Province. Così anche il sistema della Giustizia sarà sottoposto al potere di influenza politica.
Sostiene Alessandro Urzì: “Ecco, ho denunciato come coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, che si realizza se non la magistratura domestica ed addomesticata almeno quel condizionamento ambientale che da sempre sosteniamo debba essere evitato. L’Agenzia regionale (che regionale è solo di nome perché tutto sarà decentrato su base provinciale) sarà in ogni caso un organo di emanazione politica che metterà mano a organigrammi, organizzazione e struttura amministrativa escluso il personale dirigenziale e giudici che rimarranno dipendenti dello Stato”.
Per il consigliere di Fratelli d’Italia la giunta regionale ha puntato proprio su questo: distinguere fra dirigenti e giudici e organizzazione degli uffici e strutture.
“E’ come se la Giustizia fosse una Ferrari e noi i meccanici che montano le ruote – è stato detto – quindi non condizioneremo la guida. Esempio calzante – ho risposto – perché i meccanici sono in grado di fare uscire o meno l’auto dal garage. Dalle scelte che fanno i meccanici dipendono le prestazioni dell’auto ma anche quanto lontano possano andare“.
Insomma il rischio del condizionamento è reale tanto da esistere un istituto che si chiama della “legittima suspicione” che allontana i giudici da situazioni nelle quali possano avere un conflitto di interesse.
“La norma che è in discussione in regione ma che varrà per le Province sarà l’espressione massima del conflitto di interesse fra il sistema politico in cui è inserito il sistema giudiziario e lo stesso sistema politico, creando un potenziale cortocircuito.
Va ricordato che la misura è figlia di una norma di attuazione varata dal Governo Gentiloni, con una superficialità che rischia di avere conseguenze imprevedibili. Perché recepire da parte della Regione con la Lega una norma voluta dal PD come merce di baratto con la sola Svp?
A gravare sul tutto la sostanziale marginalità tenuta nell’impianto della norma degli avvocati, quasi fossero terzi rispetto al sistema della Giustizia. Questa vuole essere una stoccata al Movimento Cinque Stelle che in Consiglio regionale ha tenuto una certa linea di opposizione. Bene: ma siete al Governo nazionale e avreste tutti gli strumenti per evitare questo. Invece a Roma contrattate i voti Svp a sostegno del governo al Senato e a Trento inscenate una opposizione che così risulta poco credibile“, conclude il consigliere.
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