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Abbattimento ex Pascoli, Fortini risponde a Bessone: “Voi non più con Salvini ma con la Svp”

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Il botta e risposta tra l’assessore provinciale al Patrimonio Massimo Bessone e la consigliera comunale Maria Teresa Fortini nasce da l’accusa che la pentastellata rivolge al leghista, tramite un post di Facebook, di non aver combattuto abbastanza per fermare o modificare il progetto che prevede ora l’abbattimento del complesso scolastico delle ex Pascoli, struttura di grande valore storico e affettivo per la comunità di madrelingua italiana nel quartiere e a Bolzano.

Si veda a questo proposito l’articolo di ieri Polo bibliotecario, Bessone: “Attacco tardivo e offese gratuite dalla consigliera 5Stelle”.

Di seguito riportiamo la risposta inviata al nostro quotidiano dalla consigliera Fortini.

Assessore Bessone le rispondo, perché proprio non conosce la storia e i cittadini di Bolzano, che evidentemente hanno scritto “Salvini “ sulla scheda elettorale senza sapere che a dirigere l’assessorato italiano non andava un rappresentante del “prima gli italiani” ma del “come vuole l’SVP”.

Non ha alzato un dito, consigliere provinciale, per rivedere il progetto del Polo bibliotecario, un progetto di abbattimento che oramai risale a più di 10 anni fa. La politica dovrebbe saper correggere gli errori, soprattutto se i cittadini lo chiedono e soprattutto se sono stati eletti per cambiare corso.

Invece mi accusa di ignoranza sul tema dell’abbattimento delle Pascoli e la realizzazione del Polo bibliotecario e di farmi campagna elettorale.

Caro assessore le ricordo che nel 1937 Guido Pellizzari costruì il polo scolastico “ scuola magistrale G. Pascoli” che è rimasta scuola frequentatissima fino al 2010. Una scuola funzionale e a norma come lo è il Galileo Galilei, altro edificio dello stesso periodo urbanistico: quello del razionalismo.

Le ricordo, Bessone, che nel 2004 Italia nostra, tramite l’avvocato Jgor Janes fece istanza di rettifica della variante al PUC di Bolzano che ne prevedeva l’abbattimento. Non fu accolta.

Nel 2006 il concorso di progettazione del Polo bibliotecario lo vinse di un punto il progetto che prevedeva l’abbattimento e si mobilitarono contro gli studenti, i cittadini e le associazioni di tutela.

Poi il Comune di Bolzano cedette l’edificio alla Provincia autonoma di Bolzano conservandone la titolarità del 33% dell’utilizzo futuro e nel 2017 Condotte d’acqua vinse la gara a ribasso.

Ma nel 2018 arrivò il Fallimento di Condotte. Dopo molti tira e molla il Polo bibliotecario viene ripescato dal Concordato in continuità e Condotte ritorna in gioco.

Era il momento politico giusto, appena eletti come rappresentanti degli italiani, di ripensare la destinazione dell’edificio con un progetto nuovo, magari con lo spostamento del Museo di Oetzi, che valorizzerebbe il quartiere allargando l’area del Centro città anche dal punto di vista commerciale.

Era il momento del dialogo con la città e di una revisione del progetto per arrivare ad una pacificazione e una decisione di concordanza.

Era il momento e non lo ha colto, ma forse non era informato da non bolzanino quale è. Ma il suo collega Vettori non l’ha informato? Ha preferito tirare diritto con il vecchio progetto ideologico della cancellazione della memoria storica e architettonica del quartiere a favore dell’ idilliaca megabiblioteca sotto lo stesso tetto, italiano e tedesco, ma con amministrazioni divise, come sognava l’SVPD? Of course!!!

E Vettorato dov’era, a Laives? A Bolzano? Se non ha mai sentito della battaglia degli studenti e delle associazioni ambientaliste, le consiglio di leggere questo articolo, troverete nomi molto noti che avete deluso certamente (Italia Nostra accanto agli studenti per la salvaguardia del Pascoli).

E io dov’ero? Caro Bessone, è dell’anno scorso la nostra proposta di conservare e valorizzare l’edificio come è stato fatto per il Noi e per l’Eurac, senza abbattimenti che deturpano l’urbanistica storica.

Lei non si ricorda di me, ero una cittadina qualsiasi, ma le battaglie per conservare l’edificio delle Pascoli le ho fatte e non da sola, per salvare una struttura dalle ruspe, perché la città è un libro aperto: se le strappi le pagine non la riconosci più e non è più tua.

Non si offenda, rifletta“.

M Teresa Fortini

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