Val Pusteria
A Terento in Pusteria le esequie dello scrittore Joseph Zoderer
Sabato scorso, a Terento, sull’Altipiano del Sole in Val Pusteria, si sono svolte le esequie di Joseph Zoderer, il più grande scrittore altoatesino dell’ultimo mezzo secolo. Il paesino era la sua casa, anche se negli ultimi anni aveva trascorso più tempo a Bolzano, per motivi logistici.
Zoderer, nato nel 1935 a Merano, aveva trascorso i suoi primi anni di vita in Alto Adige per poi seguire, ancora bambino, i suoi genitori, optanti, a Graz in Austria. Era il 1940. Lo studio della giurisprudenza, della filosofia, delle scienze teatrali e della psicologia lo videro studente di successo all’Università di Vienna e gli valsero un lavoro da stimato giornalista per il “Kurier”, il “Kronen Zeitung” e “Die Presse”.
Ma è stata la letteratura a renderlo celebre soprattutto con la sua opera più nota, “Die Wal’sche”, “l’italiana”, romanzo tradotto in diverse lingue e che, sceneggiato, era divenuto film di gran successo. Anche qui, come in tutte le sue opere, si nota quella nota autobiografica, quell’analisi della convivenza tra lingue e culture diverse, quella frizione tra italiani e tedeschi, che Zoderer ha voluto stigmatizzare.
Forse meno celebri ma egualmente profondi altri romanzi, come “La felicità di lavarsi le mani”, “Lontano”, “Il silenzio dell’acqua sotto il ghiaccio”. Tanto per citare, sino ai più recenti “Il dolore di cambiare pelle” e “I colori della crudeltà”, tutti titoli frutto di felici traduzioni di una bibliografia assai più imponente e che comprende racconti e liriche.
Zoderer se n’è andato, in fondo, come ha vissuto. Da pensatore e poeta dopo qualche mese di ritiro. Lo ricordano in molti, in Pusteria e sul treno che usava volentieri, riconoscibile dall’immancabile “panama” sul capo. Lui, non faceva mai vanto dei suoi successi, come la menzione d’onore della fondazione Schiller di Weimar, il premio letterario Hermann Lenz e il premio Walther von der Vogelweide. Solo a febbraio gli era stata concessa l’alta onoreficienza del Land Tyrol.
Zoderer se n’è andato, accompagnato da amici, colleghi scrittori, politici ed estimatori: uno tra tutti, il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi a cui lo legava una profonda e lunga amicizia. Durante la cerimonia funebre, sono state letti versi delle sue poesie ed accenni tratti dai suoi scritti, ultimo passo della sua vita terrena, primo passo verso l’immortalità a cui tutti i grandi scrittori hanno diritto.
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