Merano
La protesta corre sul social: il video dei minorenni freestyler di Sinigo con le pistole che fa discutere il web
Ragazzini come gangster di quartiere, testimoni della cultura suburbana moderna che caratterizza i contesti periferici delle grandi metropoli tra povertà estrema, traffici di droga e lotte per il controllo del territorio.
Immagini di una pistola che raccontano essere vera in mano a poco meno che 18enni e testi con frasi anche in arabo e albanese che parlano di conflitti etnici tra bianchi e neri, immigrati e autoctoni, di uno Stato assente che abbandona le classi meno abbienti e i suoi figli appartenenti alle seconde generazioni di immigrati che ora, dal ghetto chiuso, chiedono il conto.
“Storie nel block, soldi nascosti, vicoli bui, sempre sti posti. Pattuglia che accosta, polizia alla porta, da tutto a niente “fra” basta una mossa. “Fra” me la rischio, cuore batte forte, pronto alla guerra, alla vita alla morte. Siamo bastardi educati con botte, cresciuti tra sbirri, infami, mignotte“.
Nello stile tipico della cultura rap e hip hop d’oltreconfine ma ampiamente diffuso anche nella vecchia Europa, soprattutto nella cultura freestyle dei “diversamente italiani“, le rime raccontano il degrado, la vita ai confini delle città, le situazioni di disagio.
La protesta sociale corre sul social, ma non siamo nel Bronx e nemmeno nelle banlieux della periferia di Parigi.
Siamo nel borgo di Sinigo, alle porte di Merano, dove un video girato da un gruppo di giovani rapper, la maggior parte dei quali minorenni, sta facendo discutere e solleva grandi interrogativi nell’opinione pubblica locale.
Dal Bronx a Merano il passo non è breve, ma la cultura della violenza, nata dal seme dell’esclusione sociale, sembra farsi strada ovunque come per una sorta di virus che scivola rapido attraverso i canali del web e racconta un mondo che in pochi conoscono.
Pistole forse vere, la riproduzione di spinelli consumati davanti alla telecamera che riprende una dimensione non proprio familiare a tutti. Tra rime e immagini che sollevano interrogativi su quello che è diventato o che sta diventando il mondo dei giovani anche a livello locale.
All’interno del video pubblicato sul canale Youtube Fv1000 Officiel, i componenti di Block Freestyle Lony e Fvmille oltrepassano il confine del perbenismo di una provincia che ancora non conosce a fondo i suoi “figli”.
“Siamo delle bombe fra mine vaganti… tutti sti soldi non vanno allo Stato, lo Stato si fotte non ci hanno aiutato. Differenza vero e falso, differenza nero e bianco. Questo fa il figo che si crede Rambo, non è nessuno neanche col branco … tutti che sono pronti a sparare ma senza proiettili dove andate? Finirete nella tomba ancora prima di iniziare“.
Alla luce di quanto accaduto nelle ultime ore proprio nella città del Passirio, dove gruppi di minori si sono resi protagonisti di scene di violenza mai viste prima l’allarme sociale per qualcosa che sta cambiando si fa ancora più forte.
Dal barista massacrato in centro da tre 20enni all’uomo che ieri in via Marlengo è stato infilzato alla testa con un cacciavite da due minorenni che volevano rubargli l’auto: vicende che raccontano, da sole, più di ciò che riusciremmo mai a scrivere in un intero editoriale.
Altro che canederli e speck. La urban subculture che oggi viene a chiedere il conto di quanto seminato a livello politico e sociale negli ultimi 20 anni si trova proprio sotto casa, alle porte delle nostre rispettabili, ipocrite cittadine della ricca provincia di Bolzano.
Il dibattito è aperto.
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