Società
Poste Italiane sotto accusa: “Lavoro gratuito e irregolarità contrattuali, i precari denuncino”

Poste Italiane, da sempre considerata un’eccellenza nel panorama aziendale italiano, finisce sotto i riflettori per una gestione controversa del lavoro precario. Secondo quanto denunciato dal Movimento Lottiamo Insieme, molte lavoratrici e lavoratori con contratti a termine sarebbero costretti a svolgere ore di lavoro aggiuntive senza ricevere alcuna retribuzione extra. Una pratica che, se confermata, rappresenterebbe una violazione delle normative vigenti sul lavoro.
Nel mirino della denuncia c’è soprattutto la figura dei portalettere, spesso obbligati a prolungare il proprio orario di servizio per completare le consegne assegnate. Queste ore di lavoro in eccedenza, tuttavia, non vengono registrate né retribuite come straordinari, poiché formalmente considerate “volontarie”. Poste Italiane, dal canto suo, giustifica questa prassi sostenendo che il pagamento delle ore straordinarie è subordinato a un’autorizzazione preventiva da parte del responsabile dell’ufficio.
In realtà, questa politica avrebbe consentito all’azienda di beneficiare di un’enorme quantità di lavoro gratuito, senza assumersi la responsabilità di monitorare il rispetto degli orari contrattuali. Un espediente che, negli ultimi anni, ha permesso di tamponare i problemi legati alla riduzione del personale, ma che ha avuto un impatto negativo sulla stabilizzazione lavorativa e sulla qualità della vita dei dipendenti.
La legge, tuttavia, è chiara: “Tutto il tempo trascorso dal lavoratore all’interno dell’azienda nello svolgimento delle sue mansioni deve essere considerato orario di lavoro e, come tale, retribuito.” Da qui l’accusa, mossa dal Movimento Lottiamo Insieme, che punta il dito contro una pratica definita “indecorosa” e invita i lavoratori a denunciare qualsiasi irregolarità di questo genere.
“Ci congratuliamo con chi ha trovato il coraggio di denunciare questa situazione intollerabile”, ha dichiarato il Movimento in una nota ufficiale. “L’augurio è che queste iniziative diventino un esempio per tutti coloro che vogliono far valere i propri diritti. Non è solo una questione di soldi, ma di giustizia e dignità.”
L’appello si rivolge dunque ai lavoratori precari, affinché non accettino passivamente una condizione che, oltre a essere illegale, rischia di consolidare un sistema di sfruttamento diffuso. La battaglia per il riconoscimento dei diritti, secondo il Movimento, non può più essere rimandata.
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