Carabiniere uccide assalitore: la proposta di una medaglia e il dibattito sull’indagine

Un episodio drammatico ha scosso Rimini, dove un carabiniere è stato costretto a uccidere un uomo che, armato di coltello, aveva ferito cinque persone seminando terrore per le strade. Nonostante l’intervento sia avvenuto nel pieno rispetto delle procedure, con colpi di avvertimento esplosi prima di neutralizzare l’aggressore, il militare si trova ora indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Una situazione che ha acceso un acceso dibattito pubblico e politico.

Alessia Ambrosi, deputata di Fratelli d’Italia, ha espresso parole di forte sostegno per il carabiniere, dichiarando: “Propongo una medaglia per il sottoufficiale che, con coraggio e professionalità, ha affrontato una situazione di estremo pericolo per proteggere i cittadini. Si tratta di una persona nota per la sua prudenza e il suo scrupolo professionale, che ora si ritrova sottoposta a un’indagine che, sebbene tecnicamente a sua tutela, appare del tutto ingiustificata”.

Ambrosi ha definito l’indagine “un’aberrazione concettuale”, sottolineando come lo Stato di diritto debba tutelare le persone perbene e il loro diritto a vivere in sicurezza, piuttosto che offrire spazi di impunità a criminali che terrorizzano e aggrediscono cittadini innocenti. La deputata ha poi ribadito la necessità di stare dalla parte delle forze dell’ordine, che ogni giorno rischiano la vita per garantire la sicurezza collettiva.

 

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Il carabiniere, secondo Ambrosi, merita non solo il massimo encomio per il suo operato, ma anche il pieno sostegno della comunità e delle istituzioni. “Dietro ogni uniforme c’è una persona, un padre, una madre, un figlio, che si espone a pericoli enormi per proteggerci. A loro va il nostro più sentito ringraziamento e il nostro impegno a difendere il loro ruolo essenziale nella società”.

La vicenda, che per Ambrosi non può essere ridotta a un semplice fatto di cronaca, pone interrogativi profondi sul rapporto tra legalità, sicurezza e il ruolo delle forze dell’ordine. Mentre le indagini seguono il loro corso, rimane vivo il dibattito sul confine tra legittima difesa e l’operatività dei tutori della legge in situazioni estreme.