Bolzano
Nuova scritta minatoria contro il questore Paolo Sartori. Indagini in corso
L’inquietante scritta “Sartori muori” sulla parete a copertura di un cantiere in via Duca d’Aosta non lascia spazio ad altre interpretazioni. Se non all’ennesima “minaccia” rivolta ai danni del questore Paolo Sartori da quando si è insediato a Bolzano, lo scorso marzo.
Intimidazioni che hanno trovato spazio anche nel web, tralasciando le scritte in diverse zone della città, riconducibili ad ambienti anarchici. In alcune occasioni, è stato riferito anche dall’Ansa, che i messaggi minatori sono stati firmati dal sedicente gruppo “Rosa Rote Armee Fraktion”, richiamando alla memoria una sigla d’ispirazione estremista.
Questo episodio ha suscitato una ferma condanna da parte del vicepresidente della Provincia di Bolzano, Marco Galateo, che ha espresso pieno sostegno al questore e alle forze dell’ordine.
“Esprimo piena solidarietà al questore Paolo Sartori e a tutte le donne e gli uomini delle forze dell’ordine che egli rappresenta – ha dichiarato Galateo –. Questi atti di intimidazione, profondamente antidemocratici e offensivi nei confronti dello Stato e delle Istituzioni, rappresentano un attacco non solo alla figura del questore, ma all’intera comunità democratica e ai valori su cui essa si fonda.”
Il vicepresidente ha poi sottolineato la necessità di una condanna unanime e trasversale da parte di tutte le forze politiche, incluse quelle di sinistra.
“Non si può restare in silenzio davanti ad azioni che puntano a minare la convivenza civile e il rispetto per chi quotidianamente si impegna per la sicurezza e per il benessere collettivo. Bolzano deve restare un territorio di legalità, rispetto e libertà, e tutti noi abbiamo il dovere di vigilare affinché tali principi non vengano mai messi in discussione” la chiosa di Galateo.
Le minacce contro il questore Sartori si inseriscono in un contesto che preoccupa sempre più le autorità.
La comparsa di scritte offensive e slogan estremisti, spesso accompagnati da riferimenti ad ambienti anarchici, solleva interrogativi sulla necessità di rafforzare le misure di prevenzione e contrasto a fenomeni che mirano a destabilizzare la società civile.
Dunque, le indagini proseguono per cercare di identificare gli autori di quest’ultimo atto intimidatorio, con l’obiettivo di garantire che la sicurezza e i valori democratici rimangano ben saldi nel territorio bolzanino.
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