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Italia & Estero

Ucciso il capo di Hamas, è l’inizio della fine della guerra

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Il raid israeliano in cui è morto Yahya Sinwar, il leader di Hamas e mente dell’attacco del sette ottobre durante il quale furono uccisi oltre 1200 civili e militari israeliani, e rapiti circa 250 cittadini è avvenuto mercoledì.

Durante i combattimenti per entrare in un edificio della zona, l’Idf (Forze di Difesa Israeliane) ha ordinato un bombardamento che ha fatto crollare la struttura.

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È stato solo dopo, durante l’ispezione delle macerie, che i soldati hanno scoperto che uno dei terroristi uccisi somigliava a Yahya Sinwar, il leader di Hamas. Successivamente, l’identità è stata confermata tramite test sul DNA.

Secondo i media israeliani, l’intelligence sapeva da mesi che Sinwar si nascondeva nel sobborgo di Tel Sultan, a Rafah, e che si credeva si trovasse in un tunnel sotterraneo, forse con alcuni ostaggi, che furono trovati morti a fine agosto.

L’operazione a Tel Sultan, ufficialmente diretta contro una brigata di Hamas, sembrava avere l’obiettivo principale di eliminare Sinwar. Nei precedenti attacchi però, non era stato possibile identificarlo tra gli uccisi.

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Netanyahu ha dichiarato che la guerra va avanti lo stesso ma che potrebbe essere l’inizio della fine del conflitto.

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