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Giallo in Tunisia: quattro ex 007 italiani avvelenati a cena, uno è deceduto

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Come nell’indimenticabile film di Hitchcock, solleva molti sospetti e più di una domanda (cui sarà molto difficile dare una risposta pubblica) l’episodio avvenuto qualche giorno fa in Tunisia, ad Hammamet, nel quale risultano avvelenati da del cianuro – lo confermano all’agenzia Nova gli inquirenti tunisini – quattro italiani che avevano preso parte ad una cena con altri connazionali.

Particolarità della serata, è che i nostri concittadini pare fossero membri dell’AISE (uno dei nostri Servizi Segreti), effettivi o  solo ex, come si è precisato immediatamente da chi di dovere.

Uno degli avvelenati è morto ed un altro è ricoverato all’Ospedale di Hammamet in coma farmacologico, mentre gli altri due risultano essere in prognosi riservata. Nessuna notizia degli altri commensali, anche se pare che un uomo ed una donna di questo gruppo siano già rientrati in Italia.

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Gli agenti della “Brigade Criminelle” della Polizia tunisina non hanno potuto però verificare le quantità di cianuro contenute nel liquido (pare un un liquore, una specie di nocino prodotto in casa) perché – come riporta l’agenzia Nova – il proprietario della casa in cui si svolta tale riunione si sarebbe sbarazzato della sostanza, rovesciando la bottiglia nel lavandino prima del loro intervento.

Il deceduto, G.M. di 62 anni,  ufficialmente pensionato ex carabiniere residente in Tunisia,  ex membro dell’ AISE, proprio con il collega in condizioni critiche in coma farmacologico, di cui non sono state diramate le generalità, aveva fatto parte di una squadra che aveva partecipato alle indagini culminate nell’arresto, lo scorso agosto in Tunisia, proprio ad Hammamet, di Angelo Salvatore Stracuzzi, noto come «re del calcestruzzo» nell’ambito nelle operazioni antimafia «Progresso» e «Progresso 2».

Nel 2016, la Guardia di Finanza aveva confiscato a Stracuzzi beni per un valore di ben 19,5 milioni di euro. Ad oggi l’uomo è in carcere in Italia per per presunti reati di trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso.

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La polizia tunisina ha aperto un’inchiesta sull’incidente. E nonostante i dettagli sugli esami e i risultati dell’autopsia siano coperti dal segreto istruttorio, riporta agenzia Nova, come già detto le fonti giudiziarie tunisine hanno confermato che la causa della morte è “avvelenamento da cianuro”. Resta comunque il dubbio – lecito e logico – sulla possibilità che si sia trattato di un incidente (o meno) viste le dinamiche e le prime informazioni circolate riguardo a quanto accaduto.

Tuttavia, anche se è stato precisato che trattatasi di una cena tra ex colleghi, quindi non una missione ufficiale, viene subito in mente la vicenda del naufragio sul Lago Maggiore, di una imbarcazione sul quale si svolgeva una presunta “festa” i cui partecipanti poi si seppe essere agenti segreti italiani e del Mossad.

In quell’occasione persero la vita due agenti AISE, Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi,  e la verità su essi si potè intuire tempo dopo e solo perchè sul loro epitaffio era stata apposta la dicitura «deceduti  nello svolgimento di una delicata attività operativa».

Anche se la verità non verrà probabilmente mai resa nota, come italiano, chi scrive si augura che i nostri agenti siano messi adeguatamente in sicurezza.

a cura di Stefano Sforzellini

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