Classe di ‘non tedeschi’ a Bolzano, chieste le dimissioni di Sigrun Falkensteiner

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Un nuovo capitolo di conflitto si apre alla scuola elementare Goethe di Bolzano, dove la controversa creazione di una classe riservata a bambini “non tedeschi” ha sollevato un acceso dibattito. Sylvia Hofer, rappresentante di alcune circoscrizioni della Südtiroler Volkspartei (Svp), ha chiesto le dimissioni dell’intendente scolastica Sigrun Falkensteiner, colpevole, secondo lei, di aver avviato un procedimento disciplinare contro la preside dell’istituto.

A difesa della Falkensteiner si è schierato Gustav Tschenett, direttore per l’istruzione di lingua tedesca della Provincia di Bolzano. Tschenett ha sottolineato che l’intendente ha il dovere di indagare su eventuali atti illeciti che ricadono sotto la sua responsabilità. Secondo il direttore, la preside era già stata informata durante l’estate che la formazione delle classi, così come era stata pianificata e attuata, violava le normative vigenti.

La situazione ha suscitato reazioni contrastanti. Gli Schützen hanno espresso solidarietà alla preside, definendola “coraggiosa” per aver proposto una classe di sostegno per alunni non di lingua tedesca, proposta che, secondo loro, è stata ostacolata dalla politica. Anche i Freiheitlichen, partito di coalizione della Svp, hanno difeso la preside, affermando che non ha commesso errori e ha agito nel migliore interesse di tutti i bambini.

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Dall’altra parte, i Verdi si schierano con l’intendente Falkensteiner, criticando la Svp per il suo approccio e sottolineando l’importanza di rispettare le norme che regolano le attività scolastiche e pubbliche. “È inaccettabile che una parte della Svp non riesca ad accettare che le scuole debbano seguire regole precise”, hanno dichiarato, evidenziando che la corretta gestione delle istituzioni educative è fondamentale per il bene di tutti gli studenti.

La questione continua a generare un acceso dibattito, mettendo in luce le tensioni politiche e culturali all’interno della comunità bolzanina.

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