Italia & Estero
Ministro Schillaci: «Arresto immediato a coloro che aggrediscono i sanitari»
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha affermato che la misura più efficace per contrastare il crescente fenomeno delle aggressioni al personale sanitario sia l’introduzione dell’arresto in flagranza di reato, anche differito.
Al termine di una riunione con tutti gli Ordini professionali sanitari, Schillaci ha sottolineato l’importanza di tale provvedimento e ha annunciato un imminente confronto con le parti sindacali.
Schillaci ha ricordato che il governo si è attivato da tempo per affrontare questo problema, che affligge da anni la sanità italiana.
Lo scorso anno sono state infatti inasprite le pene per chi commette violenze contro il personale sanitario ed è stata introdotta la procedibilità d’ufficio. Tuttavia, ha aggiunto, “queste misure non sono più sufficienti”.
Il ministro ha poi riferito di un incontro avvenuto il giorno precedente con il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, evidenziando come i posti di polizia siano aumentati significativamente nell’ultimo anno. “Il governo è pienamente impegnato a contrastare questa problematica, che ha anche una radice culturale“, ha dichiarato Schillaci, sottolineando la necessità di trovare rapidamente soluzioni concrete per combattere questo fenomeno inaccettabile.
La decisione dell’arresto immediato per chi aggredisce medici ed infermieri è dovuta ai numeri in sensibile crescita dopo la pandemia
. Nel 2023, secondo Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (ONSEPS), le aggressioni sono state 16mila e hanno coinvolto 18mila operatori.
Dati comunque sottostimati perché nel report dell’Osservatorio – previsto dalla legge 113/2020 e istituito a gennaio 2022 e costituito dal Ministero della Salute, Ministero dell’Interno, Ministero dell’Economia e Finanze e il Ministero del Lavoro, e coinvolge oltre 70 componenti tra sindacati, ordini professionali, Regioni, Inial, AGENAS e associazioni – non sono conteggiati gli episodi avvenuti in Sicilia, in buona parte del privato accreditato e nel terzo settore.
La professione più colpita è quella degli infermieri, seguita dai medici e dagli operatori socio-sanitari. Due terzi delle persone aggredite sono donne.
Gli ambienti più rischiosi sono i pronto soccorso, le aree di degenza, i servizi psichiatrici e gli ambulatori. I principali aggressori sono i pazienti (69%) contro il 28% di parenti.
Il 68% delle aggressioni è di tipo verbale, il 26% fisico e il 6% contro beni di proprietà.
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