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La compagnia Abbondanza/Bertoni, a Bolzano Danza il 19 luglio

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Pietra miliare della danza contemporanea in Italia, la compagnia fondata da Michele Abbondanza e Antonella Bertoni da trentacinque anni segna il passo della ricerca coreografica con le opere dei suoi due creatori. Di stanza a Rovereto, la compagnia regionale è stata invitata più volte al Festival Bolzano Danza negli anni e non poteva mancare per il quarantennale e l’ultima direzione artistica di Emanuele Masi. Venerdì 19 luglio tornano a Bolzano, in Teatro Studio alle ore 21, con il quartetto sul tema del femminile dall’inequivocabile titolo Femina.

In scena ci sono Sara Cavalieri, Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas e Ludovica Messina Poerio in lingerie color carne e bionde parrucche per raccontare l’universo femminile nel terzo millennio. L’immaginario cui fa riferimento Femmina è immediato già nel titolo latino. Ma la distanza dagli avi qui è abissale: la domanda che si pongono gli autori è «come sia l’universo femminile oggi e quale la sua rappresentazione.»

In uno spaccato coreografico dirompente in cui dall’omologazione a Barbie si passa, per contrasto, al vissuto vero, il lavoro gioca tra serialità e sospensione, tra resistenza ed efficienza. Coreograficamente firmato dalla sola Antonella Bertoni, Femina si svolge in un ambiente algido e senza connotazione: quasi uno studio di posa fotografico dove donne marionette, un po’ ciniche, ma sempre impeccabili e a ritmo, danzano la loro esistenza. «Uno spazio – per dirla con Michele Abbondanza che ha curato la drammaturgia – di traduzione e allucinazione in un quadro scenico di possibili forme e nomi del donnesco e femmineo mondo contemporaneo.»

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Un diario minimo dell’essenza delle donne, costruito con implacabile assemblaggio di tutti quei dettagli che appartengono all’universo femminile, dal sistemarsi le spalline del reggiseno a tirarsi su le calze che scendono. Eppure dietro questo insieme di gesti, ripetuti secondo routine, queste donne fremono. La loro inquietudine è palese: voglia di uscire dagli stereotipi?

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