Trentino
Bankitalia, sono in Trentino i tassi sui mutui più alti, al 3,46%

Sono in Trentino Alto Adige i tassi più alti sui mutui per comprare casa alla fine del 2023 con una media del 3,46% mentre la Sardegna risultata l’ultima con un 2,73%.
E’ quanto risulta dalle tabelle della Banca d’Italia che non dettagliano ulteriormente le ragioni delle disparità frutto, forse, anche del maggiore ricorso al variabile o al fisso.
Subito dopo il Trentino viene la Sicilia con una media del 3,44% mentre alla parte opposta della classifica la Basilicata segna, prima della Sardegna, con il 2,83%.
La Bce ha deciso di lasciare i tassi invariati. L’istituzione di Francoforte, come ha più volte ribadito, è convinta che un allentamento monetario troppo repentino potrebbe favorire una nuova fiammata dell’inflazione. Quindi cautela.
È certo però che il ciclo della stretta abbia raggiunto il proprio picco e che un taglio dei tassi sia solo questione di tempo. L’offerta dei mutui, però, ha già reagito. E le famiglie, spinte da costi ancora alti ma in calo e – soprattutto – dall’attesa di un’ulteriore diminuzione, potrebbero tornare ad avere la fiducia sufficiente per sottoscrivere un mutuo.
Anche perché l’inflazione, almeno in Italia, sta scendendo sotto i livelli di guardia, allentando la pressione finanziaria dovuta al caro-vita.
L’Istat, nel XII rapporto sulla competitività dei settori produttivi, è chiara: in caso di mantenimento del costo del denaro ai livelli del 2022-23 (solo lo scorso anno sono state sei le decisioni al rialzo da parte di Francoforte) almeno un quarto delle 800 mila imprese italiane – soprattutto nel terziario – andrebbe in sofferenza.
In particolare si potrebbe assistere ad un passaggio nella zona definita “a rischio”, o addirittura “fortemente a rischio”, invertendo di fatto un processo che aveva visto le società di capitali irrobustirsi decisamente nel periodo 2011-2022.
La maggior parte di queste aziende a rischio (il 19,7 per cento) nel 2022 presentava una struttura patrimoniale non sostenibile. Infatti i tassi alti hanno già messo a dura prova le imprese: l’inasprimento della politica monetaria ha provocato, dal 2022 e per tutto il 2023, un diffuso peggioramento delle condizioni di finanziamento per le imprese manifatturiere (a fine 2023 la quota di chi lo segnalava era cinque volte più elevata rispetto al periodo 2015-2019), in particolare a causa dell’aumento dei tassi d’interesse, che ha aumentato anche i casi di “domanda scoraggiata”: a fine 2023 quest’ultima spiegava oltre la metà dei casi di mancato ottenimento del credito.
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