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“Sono il Maresciallo…” ma è una truffa. Due denunciati a Laives e Bronzolo

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La Compagnia Carabinieri di Egna, dopo un’indagine complessa, ha denunciato due individui accusati di aver messo in atto delle truffe ai danni di anziani. Questi reati sono stati perpetrati sfruttando la vulnerabilità e la fiducia delle vittime, spesso le persone più indifese della società.

Le indagini, condotte dalle stazioni dei carabinieri di Laives e Bronzolo e coordinate dall’Aliquota Operativa di Egna, hanno permesso di individuare i due presunti autori di due truffe avvenute a febbraio nelle città di Bronzolo e Laives. Gli indiziati, entrambi disoccupati e residenti in provincia di Napoli, avevano escogitato una frode per appropriarsi dei risparmi e dei gioielli degli anziani.

Le vittime, due anziani residenti nelle città menzionate, sono stati raggirati nei giorni 22 e 23 di febbraio 2024. La truffa è stata realizzata seguendo lo schema del “falso maresciallo”: una persona si spacciava per un maresciallo dei carabinieri, contattava le vittime telefonicamente e comunicava loro un falso incidente stradale coinvolgente un familiare. Il truffatore, spacciandosi per un avvocato, chiedeva un pagamento immediato per assistere il parente in difficoltà. Una volta ottenuto il consenso, il falso avvocato si presentava a casa delle vittime per incassare denaro e gioielli.






Una donna nata nel 1939 a Laives e un uomo del 1934 di Bronzolo sono stati ingannati, perdendo in totale circa 30.000 euro tra contanti e gioielli. I carabinieri sono ora impegnati a tracciare il percorso dei due sospettati per scoprire se ci siano state altre vittime delle loro frodi. I due indagati sono attualmente sotto esame della Procura della Repubblica di Bolzano.

Il Capitano Federico Seracini, Comandante della Compagnia Carabinieri di Egna, ha esortato i cittadini a essere cauti con telefonate sospette, suggerendo di chiedere tempo e contattare immediatamente il numero di emergenza 112 o rivolgersi a un presidio dell’Arma per assistenza.

In conformità con le leggi vigenti, agli accusati è garantita la presunzione d’innocenza fino alla prova della loro colpevolezza tramite un verdetto finale e inappellabile, secondo la Direttiva 2016/343/UE.



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