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Italia ed estero

Volano manganellate durante la protesta a Napoli contro la Rai

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foto ANSA
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Una manifestazione si è tenuta davanti alla sede Rai di Napoli, culminando in momenti di alta tensione tra i partecipanti e le forze dell’ordine. I promotori dell’evento hanno espresso il loro dissenso verso quello che considerano un atteggiamento di censura da parte della Rai riguardo al conflitto in corso a Gaza e alle conseguenze delle dichiarazioni del cantante Ghali al festival di Sanremo.

La protesta, organizzata da Potere al Popolo, Rete per la Palestina Libera e un gruppo di disoccupati, ha visto la presenza dell’ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. I manifestanti, alcuni con scritte come ‘IsRAIele’ e maschere raffiguranti l’alieno che ha accompagnato Ghali a Sanremo, si sono riuniti davanti al palazzo della Rai, sorvegliato dalle forze di polizia. Striscioni con l’acronimo Rai trasformato in ‘Rai televisione IsRAIeliana’ e cartelli con la scritta ‘Rai’ e immagini di sangue erano tra i materiali esposti dai partecipanti.

La tensione è salita quando alcuni manifestanti hanno tentato di affiggere uno striscione, ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine, con conseguenti spintoni e l’uso delle manganellate. Durante gli scontri, alcuni manifestanti e membri delle forze dell’ordine hanno riportato ferite, così come un fotoreporter, colpito all’arco sopraccigliare.

Dopo i momenti di confronto e le tensioni, i manifestanti hanno lasciato la sede Rai solo dopo aver ottenuto la possibilità di diffondere un video con le loro dichiarazioni sulle ragioni della protesta.

De Magistris ha espresso il proprio sostegno alle rivendicazioni dei manifestanti, criticando l’uso politico della televisione pubblica e condannando la violenza subita dai partecipanti alla protesta. Su una piattaforma di social media, ha riferito di manganellate ricevute dai presenti che chiedevano giustizia per il popolo palestinese, la fine dell’occupazione israeliana, un cessate il fuoco e lo stop al genocidio. L’ex sindaco ha dichiarato di posizionarsi dalla parte degli oppressi nella lotta per una Palestina libera.



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