Ambiente Natura
Eventi naturali: priorità alle misure di riduzione del rischio
L’Agenzia per la Protezione Civile della Provincia di Bolzano ha tenuto un incontro insieme a rappresentanti dei territori limitrofi sul tema della sicurezza sul territorio. Focus dell’appuntamento la pianificazione e la mitigazione del rischio, da ottimizzare grazie ad un confronto di esperienze con le realtà dei territori alpini.
Il crescente bisogno di sicurezza sul territorio richiede, infatti, una programmazione basata su processi decisionali trasparenti e oggettivi.
Ulteriori sfide derivanti dall’impermeabilizzazione del suolo e dal cambiamento climatico
È dunque importante dare priorità alle misure di mitigazione del rischio. A tal proposito, l’Agenzia per la Protezione civile ha organizzato martedì (6 giugno) un workshop tecnico al Centro pastorale di Bolzano, al quale hanno preso parte circa 60 tecnici dell’Agenzia per la Protezione civile, della Ripartizione Foreste e Ufficio Geologia, oltre a rappresentanti del Trentino e del Tirolo. Oltre alle analisi costi-benefici, sono stati discussi aspetti economici e temi come lo sviluppo regionale.
“Abbiamo già investito molto nelle strutture di protezione“, ha sottolineato l’assessore provinciale alla Protezione civile Arnold Schuler: “Ora dobbiamo affrontare ulteriori sfide. Negli ultimi anni, molti terreni sono stati impermeabilizzati, mentre la situazione si è sviluppata negativamente nel caso delle aree coltivate. Inoltre, dobbiamo affrontare gli effetti del cambiamento climatico. Lo scambio in questo workshop è importante per confrontarci sulla situazione dei territori limitrofi”, ha ribadito Schuler.
Sviluppo di un sistema di supporto alle decisioni
“Nei prossimi mesi verrà sviluppato un sistema di supporto alle decisioni”, ha spiegato il direttore dell’Agenzia per la Protezione civile Klaus Unterweger: “Le aree rurali sviluppate devono essere salvaguardate affinché possano continuare ad essere abitate. Negli ultimi anni abbiamo notato come la funzione del bosco di protezione sia stata indebolita da eventi naturali come la tempesta Vaia e l’infestazione da bostrico. Tutto questo deve essere compensato attraverso le strutture di protezione. A causa dei cambiamenti climatici, gli eventi naturali si verificano con maggiore frequenza ed intensità. Tutti noi lavoriamo alla gestione integrale dei rischi e investiamo dai 35 ai 40 milioni all’anno per il controllo di torrenti e valanghe, oltre che per la geologia e la costruzione di strade. Pertanto, è essenziale dare delle priorità alle misure, ove necessario”, ha rimarcato Unterweger. “È importante documentare e giustificare le misure e procedere sulla base di un’analisi costi-benefici. Ma anche altre misure, come la pianificazione della protezione civile, le misure preventive e la comunicazione dei rischi, svolgono un ruolo importante. Ecco perché abbiamo organizzato questo workshop, insieme a rappresentanti di altri territori limitrofi: vogliamo apprendere le buone pratiche ed elaborare le soluzioni migliori per il nostro territorio”, ha concluso Unterweger.
Al workshop, moderato dal direttore del Centro funzionale provinciale Willigis Gallmetzer, i rappresentanti di Alto Adige, Trentino, Svizzera, Austria e Baviera hanno presentato le rispettive misure di riduzione del rischio.
Fabio De Polo, direttore dell’Area funzionale Bacini montani dell’Agenzia per la Protezione civile, ha posto all’attenzione dei presenti l’attuale programma destinato alle misure di controllo dei torrenti in Alto Adige, citando alcuni numeri. Attualmente in Alto Adige sono presenti 29.319 opere trasversali, 13.536 opere longitudinali, 9057 attraversamenti e 3246 opere paravalanghe per ridurre le zone di pericolo nei paesi e nei centri abitati.
Ulteriore sviluppo della valutazione economica
“Le strutture di protezione devono essere adeguate ed efficaci“, ha sottolineato Volkmar Mair, direttore dell’Ufficio Geologia e prove materiali, illustrando l’elenco delle misure prioritarie per ridurre il rischio di caduta massi sulle strade statali e rurali dell’Alto Adige. Altri otto relatori hanno presentato le loro esperienze e approfondimenti: Irene Rischia dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ha illustrato lo strumento di supporto per la presentazione standardizzata delle misure di protezione del suolo e delle loro modalità di azione. Gerhild Jury, del Dipartimento per la Gestione delle Acque della Carinzia, e Martin Wenk, membro del Ministero federale austriaco dell’Agricoltura, delle Foreste, delle Regioni e della Gestione delle Acque, hanno presentato lo stato attuale e lo sviluppo futuro della valutazione economica nel campo dell’ingegneria idraulica austriaca. Valentin Stilc e Karl Mayer dell’Ufficio statale bavarese per l’ambiente hanno presentato il contesto e la pratica vissuta della definizione delle priorità delle misure di protezione dalle inondazioni in Baviera. Christophe Dénervaud della sezione Frane, valanghe e foreste protettive dell’Ufficio federale svizzero per l’ambiente, ha presentato i limiti dell’analisi costi-benefici nella protezione contro i rischi naturali.
Nel pomeriggio, infine, gruppi di lavoro hanno discusso la necessità e lo sviluppo di metodi e strumenti per definire le priorità delle misure di riduzione del rischio.
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