Bolzano

Vescovo Muser ai detenuti: Dio vi aiuta a cambiare vita

Pubblicato

2 anni fa

5 Aprile 2023

Redazione

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Anche quest’anno il vescovo Ivo Muser ha voluto incontrare i detenuti, il personale e i volontari del carcere di Bolzano per lo scambio degli auguri di Pasqua. Oggi (5 aprile) durante la visita e la liturgia nella casa circondariale il vescovo si è rivolto ai detenuti con parole di speranza: la luce della Pasqua, ha sottolineato, illumina la strada anche di chi ha commesso errori.

Nella casa circondariale di Bolzano si è svolto il tradizionale incontro prepasquale di preghiera del vescovo Ivo Muser con i detenuti, il personale e i volontari della struttura di via Dante. Monsignor Muser ha invitato tutti ad impegnarsi “per portare la luce pasquale di Cristo, vincitore del peccato, del tradimento, della morte e della tomba. Portiamola all’interno delle nostre famiglie e comunità, delle nostre relazioni e nella nostra società. Abbiamo tutti bisogno di questa speranza pasquale!”

Rivolto ai reclusi, il vescovo ha ricordato che “imparando dagli sbagli, dai tradimenti compiuti e subiti nella storia passata, si può aprire un nuovo capitolo della vita. Nessun vuole minimizzare gli errori fatti, dovete assumervi la responsabilità per le scelte sbagliate della vostra vita. Ma nonostante tutto: nessuno di voi deve perdere la propria dignità, il proprio valore. Con il suo perdono, Dio vuole aiutarvi a cambiare la vostra vita proprio nei momenti di debolezza in cui avete commesso un reato.”

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Durante la liturgia della Parola Ivo Muser ha esortato i detenuti “a credere nella possibilità del pentimento e della conversione, in un Dio che non vi esclude, che non vi dimentica, che sta dalla vostra parte, nonostante tutti i tradimenti compiuti e subiti. E chiedete perdono a tutti coloro che avete tradito, ingannato, imbrogliato, truffato, calpestato.”

La Pasqua, ha concluso quindi il vescovo, “ci dia il coraggio di deciderci per il perdono e per un amore che è più grande dell’odio, dell’emarginazione, della violenza, dell’atto criminoso, della morte.”

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