Bolzano
Presentati i risultati del progetto Open Space “Bolzano città inclusiva e aperta”
Bolzano può essere considerata un luogo di vita inclusivo? A questa domanda ha cercato di dare risposta il progetto FIA “Formazione e informazione per una città Inclusiva e Aperta” promosso dall’Assessorato comunale alle Politiche d’integrazione e Pari Opportunità in collaborazione con altri partner (Servizio Coordinamento per l’Integrazione della Provincia, Consulta Immigrati, Studio Comune, Eurac Research, La Strada-Der Weg, CoolTour, Biblioteca delle culture del mondo).
Ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa in Municipio, l’Assessora comunale alle Politiche d’Integrazione Chiara Rabini con il team di lavoro del progetto FIA, ha illustrato andamento, risultati e ricadute dell’iniziativa.
A Bolzano vivono 15.800 cittadini di origine straniera, sostanzialmente lo stesso numero rispetto all’anno precedente. Rappresentano il 14,8% del totale dei residenti nel capoluogo Di questi il 51% sono donne.
I principali paesi di provenienza sono: l’Albania (16%), il Marocco (9%), il Pakistan (7,6%), e poi Romania, Ucraina, Cina, Germania e la Moldavia. Molto attive sul territorio una ventina di associazioni che si occupano di temi e problematiche delle comunità di stranieri presenti a Bolzano Una città decisamente multiculturale con il Comune chiamato a promuovere ed attuare politiche interculturali di apertura e inclusione.
Partendo dal presupposto che l’inclusione sia tale solo se davvero partecipata, il progetto con l’attenzione rivolta in particolare alle nuove generazioni (giovani nati a Bolzano da genitori stranieri) si è sviluppato inizialmente attraverso lo scambio e il dialogo informato tra una pluralità di soggetti: associazionismo migrante, società civile, enti e operatori dell’accoglienza, dell’integrazione e dei servizi pubblici, università e ricerca per dare voce ai protagonisti dei processi di inclusione e rilevarne i bisogni.
Che cosa (non) rende Bolzano un luogo di vita inclusivo? Perché, in quali circostanze, momenti, luoghi la città è capace di inclusività? Come può essere potenziata questa capacità a beneficio del benessere individuale e sociale?
Da tutto il lavoro fatto è emerso che Bolzano è certamente una città inclusiva, con molti aspetti positivi, ma con delle criticità che sono state approfondite coinvolgendo anche la Consulta Stranieri del Comune. I giovani in particolare auspicano una maggiore apertura alle diverse culture e di conseguenza meno “discriminazioni” legate ai paesi di provenienza.
Le associazioni hanno in qualche modo evidenziato le complessità burocratiche cui sono costrette o legate e la scarsa conoscenza sul come accedere ai servizi e alle possibilità e opportunità legate ai servizi stessi. Altro aspetto emerso come criticità, il fatto che ogni associazione sia un pò chiusa all’interno del proprio mondo culturale. Di qui le iniziative di apertura e incontro interculturale offerte anche grazie al progetto FIA. Inteculturalità che soprattutto i giovani considerano una vera ricchezza e non una criticità.
Il progetto FIA ha coinvolto in maniera attiva 230 persone, considerando anche gli operatori delle varie realtà ed i giovani studenti universitari e volontari. Con questo progetto, la Città di Bolzano ha offerto degli spazi di dialogo ed ascolto sui temi della migrazione e dell’inclusione.
Sono state promosse varie tipologie di incontri, facilitando dinamiche di condivisione e scambio e attivando la collaborazione tra i diversi attori. Sono stati utilizzati metodi i partecipazione dinamici e attivi, in un clima di informalità e vicinanza fondamentale per lo sviluppo di comunità e di relazioni autentiche e concrete.
È importante che questi spazi vengano mantenuti ed incentivati – è stato sottolineato in conferenza stampa – perché si è osservato che possono contribuire alla soluzione di problemi concreti, allo sviluppo di nuove idee, progetti e relazioni e a rispondere al bisogno delle persone di essere ascoltate.
Tra gli obiettivi dell’iniziativa anche quello di promuovere una comunicazione innovativa e inclusiva utilizzando più linguaggi: comunicati, manifesti, pieghevoli, sticker, videointerviste e foto-racconti. E’ stata inoltre avviata una collaborazione con l’università di Bolzano ed un team di studentesse ha lavorato al prototipo di una piattaforma online che potesse offrire informazioni utili a immigrati e associazioni di migranti.
È stato realizzato anche un podcast dal titolo: “Dialoghi Interculturali – Le nuove generazioni si raccontano” con una serie di interviste condotte da Erjon Zeqo a giovani nati e cresciuti in contesti multiculturali e plurilinguistici, rappresentati delle nuove generazioni. Nel podcast temi di stretta attualità tra cui l’ identità, il plurilinguismo, la multiculturalità, la partecipazione, l’ inclusione e la politica vista da una prospettiva ossia da coloro che rappresentano nella loro essenza, la nuova società multiculturale e plurale. Tutte le puntate del podcast sono disponibili online sulle piattaforme: Spotify, Anchor e Google Podcasts.
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