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Alto Adige

Sustainability Days, Gail Bradbrook: «La priorità va data alla salvezza del pianeta»

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Secondo atto ieri dei Sustainability Days alla Fiera di Bolzano caratterizzato dalla presentazione del Piano d’azione dell’agricoltura altoatesina, da un interessante approfondimento sulle comunità energetiche, ma ovviamente anche dalla consueta serie di conferenze di relatori internazionali: da Gail Bradbrook a Leonora Grcheva, da Laura Storm a Ulrike Arens-Azevêdo e Alfons Balmann, fino a Clover Hogan.

Gail Bradbrook: “Come la disobbedienza civile sostiene il cambiamento”

Gail Bradbrook ne è convinta: la disobbedienza civile, non violenta, può sostenere il cambiamento di cui abbiamo bisogno. Il movimento Extinction Rebellion è nato in Inghilterra nel 2018 chiedendo alla politica inglese di dire la verità sulla crisi ecologica, dichiarare l’emergenza e attivare azioni urgenti per ridurre le emissioni.

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Questo movimento di disobbedienza civile si propone come forma di democrazia e, seguendo le orme di grandi del passato, come Gandhi o Martin Luther King, è oggi rappresentato in 75 Paesi con oltre 1000 gruppi in tutto il mondo. Talvolta gli atti di disobbedienza civile portano a nuove idee e soluzioni.

Nessuno salverà le persone dai sistemi politici in cui vivono, dobbiamo salvarci noi stessi dice l’attivista. “L’idea delle azioni sociali è quella di resistere il più possibile e manifestare la propria rabbia verso i sistemi politici. Ma uno dei fondamenti primari è l’amore. Molti offrono l’atto di disobbedienza civile come una sorta di preghiera per la vita, un momento per riflettere sul perché siamo qui, ricordare il nostro amore per il pianeta e per l’umanità.

Nella nostra società, l’attenzione costante viene posta sul Pil, ma l’ambiente deve avere la priorità. Possiamo davvero avviarci ad un cambiamento sostenibile in una società che basa le sue scelte sulla crescita economica? Il paradigma del “sempre di più” deve finire. Deve cambiare il sistema politico ed economico che domina il mondo. Dobbiamo lasciarci alle spalle qualcosa per una nuova promozione protettiva del pianeta”.

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Leonora Grcheva: da degenerativo a rigenerativo

Da divisivo a distributivo. Da lineare a circolare. Da degenerativo e rigenerativo. Da local a global. Da prosperità a benessere. Questo il diverso modo di approcciare la società civile, economica e ambientale secondo la Doughnut Economy (la teoria della ciambella) illustrato da Leonora Grcheva, urbanista e ricercatrice, responsabile per le città e le regioni di Donut Economics Action Lab.

Di recentissima ideazione, la Doughnut Economy propone una visione che vede all’esterno di una serie di cerchi, i limiti planetari entro i quali le società dovrebbero agire per preservare gli habitat. È sempre più evidente che non stiamo rispettando questi limiti e il pianeta è in grande sofferenza.

Leonora Grcheva ha illustrato che, in realtà, l’approccio dell’Economia della ciambella è applicabile a ogni livello di complessità sociale, economica e ambientale. È un approccio decisionale che richiede, attraverso quattro semplici domande, un cambiamento di paradigma di obiettivi da raggiungere: da prosperità a benessere, appunto.

Laura Storm: “Il quadro generale: un mondo di rigenerazione”

Estinzione di massa della specie, deforestazione, oceani contaminati dalla plastica. Attualmente stiamo superando i nostri confini planetari su larga scala e dagli anni Cinquanta viviamo in uno stato di rapida accelerazione. Sia nello sviluppo tecnologico che nell’uso delle risorse. Questo comporta un crescente stress psicologico per le persone.

In breve: tutti i sistemi sono stressati, ha spiegato Laura Storm, esperta di sostenibilità e leadership rigenerativa, fondatrice di Regenerators.  Cosa possiamo fare?Cambiare il nostro modo di pensare. Solo quando pensiamo in modo diverso da come siamo abituati a fare, possiamo trovare nuove soluzioni. 2.000 anni fa, l’era solare sostituì l’era lunare che aveva prevalso fino ad allora.

Si viveva a stretto contatto con l’ambiente e si vedeva Dio in ogni cosa, pian piano ci siamo allontanati da questa visione. L’uomo e la natura non erano più vicini. Si è passati a una visione estrattiva, che a sua volta ha dato origine alle scienze e alla rivoluzione industriale. Con il progresso, anche le organizzazioni sono diventate gerarchiche.

Ai vertici ci sono individui che decidono per molti. Gli ultimi anni dimostrano che le dimissioni, la “rassegnazione interiore”, sono in aumento perché le persone non riescono più a identificarsi con i valori del proprio datore di lavoro. Dobbiamo imparare dalla nostra evoluzione e applicarla alla nostra attività”.

Per Storm, il DNA della leadership rigenerativa è composto da design, cultura ed essenza. Per design, l’esperta di sostenibilità intende innovazioni bio-ispirate; la cultura dovrebbe essere quella di un ambiente di lavoro rispettoso che promuova il networking anziché il pensiero competitivo; e Storm vede l’essenza della leadership rigenerativa nell’affinare la propria percezione. Dopotutto, ognuno di noi può essere un leader diventando consapevole di ciò che vuole veramente fare. Questo perché la qualità dell’ecosistema interno influenza anche l’ecosistema esterno. Dovremmo trovare un nuovo stile di vita e riscoprirci come esseri viventi ciclici.

Ulrike Arens-Azevêdo & Alfons Balmann – I cambiamenti nelle richieste dei consumatori e della società e la necessità di trasformare i sistemi agricoli e alimentari

Alfons Balmann ha proposto una panoramica sul futuro dell’agricoltura e delle sue modalità produttive, indicando chiaramente che c’è necessità di un processo di cambiamento elencando per 4 motivi: per superare i problemi e i conflitti di interesse, perché ci sono molteplici fattori esterni che spingono al cambiamento, perché esistono troppe politiche agrarie che creano problemi per mancanza di sincerità e trasparenza e, infine, perché è imperativa una transizione verso la sostenibilità.

Usufruire di cibi sani e sostenibili a prezzi equi è ancora un ideale perché, spesso, sono due concetti che divergono. Diventa urgente, anche se realisticamente poco praticabile ma auspicabile, stabilire tanti diversi tavoli di discussione per arrivare a una comune lista di obiettivi.

Ulrike Arens-Azevêdo, ex presidente della Società Tedesca di Nutrizione, ha proposto una diversa prospettiva di lettura della nutrizione. Considerando le differenze tra insicurezza alimentare (mancanza di cibo), malnutrizione (errata alimentazione) e le evidenti diversità tra società mature e in via di sviluppo, Arens-Azevêdo ha sottolineato che l’alimentazione deve essere, adesso, vista anche come un fattore di rischio non solo per la salute dell’individuo ma anche della società e del pianeta. Ad esempio, l’obesità è un problema per l’intera collettività. Ma, di fatto, anche se il sistema cibo deve cambiare, non lo si fa: c’è la necessità di far emergere le ragioni di tutti e non aver paura di eventuali compromessi.

Clover Hogan: l’ansia da ecologia si combatte agendo

Clover Hogan, la giovanissima attivista fondatrice di Force for Future, ha raccontato quanto, fin da bambina, ha sempre avuto una particolare sensibilità verso i temi ambientali, versando lacrime se alla Tv passavano immagini di disastri ecologici.

La sua passione l’ha portata a salire sul palco con giganti aziendali, tra cui gli a.d. di P&G, Twitter e YouTube, al fianco di esponenti globali da sempre a difesa dell’ambiente. Clover Hogan ha riscontrato che, rispetto alla popolazione e alla gravità del problema, c’è poca partecipazione alle tematiche ambientali, esiste una sorta di ansia da ecologia da combattere.

A fronte dell’urgenza di intervento e a fronte del fatto che molte grandi aziende e organizzazioni fanno di questi temi un motivo di aumento dei profitti, è necessario agire. Non è facile, a volte, perché la scarsa autostima di sé porta all’immobilismo, ma basta semplicemente che tutto ciò di cui c’è bisogno per agire, è già dentro ognuno di noi.

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