Valle Isarco
Proteste a Vizze-Vipiteno per la centrale biogas

Preoccupazione e proteste. È quanto sta procurando l’impianto di produzione di biogas, territorio del Comune di Vizze ma a un tiro di schioppo da Vipiteno.
Danno (ipotizzato) per il turismo, fastidio per i residenti. Il tutto provocato dal conferimento di letame e liquami dei 64 soci di altrettante imprese agricole a carattere familiare che, vedendoci lungo come s’usa dire, qualche anno fa ormai decisero di risolvere due problemi ambientali, integrando anche il loro reddito derivante dall’allevamento di mucche da latte: produrre energia rinnovabile ed evitando l’inquinamento olfattivo provocato dalle deiezioni di mucche e vitelli usato tradizionalmente come concime.
I tempi nuovi, con l’agriturismo voce fondamentale e imprescindibile delle economie agricole, tracciano però nuovi invisibili limiti come quello, detto in soldoni, che colui che, in vacanza, ama svegliarsi al canto degli uccellini e pregusta il latte appena munto con un krapfen ancora caldo dal forno, disdegna l’olezzo proveniente dalle stalle che pur sono parte integrante dell’azienda agricola.
Contraddizioni dei nostri tempi, dove (magari) si esagera coi deodoranti di infima qualità e questo è tollerato. Ma al di là dei discorsi pseudofilosofici, le proteste, che comprendono, oltre all’odore, anche il continuo passaggio di camion per il conferimento all’impianto del materiale organico, sono arrivate alla discussione in Comune e all’Ufficio aria e rumore di Bolzano, che, svolta la propria indagine ha risposto: il problema non sta nel conferimento dei liquami, ma dal biogas prodotto.
L’impianto è attualmente in fase di ampliamento e ricostruzione. In un prossimo futuro (le previsioni danno per fine agosto il termine dei lavori) il biogas sviluppatosi nell’impianto non verrà più bruciato per la produzione di energia, ma purificato per la produzione di biometano. I lavori oggi provocano piccole perdite di biogas, e sono quelle che dal naso dei residenti in zona, vengono talvolta percepite.
Ora, al di là delle sciocchezze e dei timori, vanno fatte un paio di considerazioni: oggi, con la guerra per l’energia in atto (già, perché questa trascende le mere faccende di confini, di attacchi e di difese pur con la loro oggettiva gravità), necessita metter da parte le opposizioni insensate, fatte a colpi di carte bollate e che ritardano di anni a volte, decisioni importanti.
C’è sempre chi contesta una pala eolica o un pannello fotovoltaico e, in questo caso, quello che simpaticamente qualcuno chiama “Heimatduft”, profumo di casa, di mucche, di prati concimati a cui l’altoatesino medio è più che abituato. La centrale di produzione di biogas di Vipiteno-Vizze (meglio Vizze-Vipiteno) non puzza: né dentro, né fuori. Al massimo qualche odorino ogni tanto e con la stessa frequenza di quando in una via cittadina arriva l’autobotte che libera da un intasamento fognario.
Produce oltre 8 mila Megawatt, l’illuminazione pubblica di una cittadina, e tramite sistemi innovativi ricava acqua pulitissima e residuo solido certificato come fertilizzante. È una delle 7 presenti a fondovalle in provincia, forse la più grande e innovativa, e dei 64 piccoli impianti situati nei masi.
Un bell’esempio di quella economia circolare dunque, di cui tutti, soprattutto oggi, si riempiono la bocca, ma sempre con “la puzza sotto al naso”.
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