Economia e Finanza
Crisi internazionale: tutela dei risparmiatori che hanno investito in titoli russi
L’Associazione di consumatori Robin e il Centro Consumatori Italia scendono in campo per la difesa economica di coloro che hanno investito in titoli azionari e obbligazionari emessi dalla Russia, da società russe o in rubli.
L’Associazione di consumatori Robin e il Centro Consumatori Italia scendono in campo per la tutela dei risparmiatori che hanno investito in titoli azionari e obbligazionari emessi dalla Russia, da società russe o in rubli.
Lo fa sapere il Comitato Azionisti Suedtirol. Le Associazioni hanno incaricato una task force di legali specializzati, composta dagli avvocati Massimo Cerniglia e Alessandro Caponi, di studiare tutte le più opportune iniziative giudiziali e stragiudiziali per tutelare i risparmiatori che hanno investito in obbligazioni statali e societarie russe.
Com’è noto, oggi risultano circa 30 miliardi di dollari dei totali 90 miliardi del debito sovrano fuori dai confini della Russia.
Sono inoltre in circolazione fuori dalla Russia miliardi di obbligazioni emesse in rubli dalla Banca Europea degli Investimenti e da altri primari istituti bancari internazionali.
I titoli in questione, a causa della guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina, hanno già perso intorno al 40% del loro valore. Sul mercato europeo, inoltre, vi sono in circolazione circa 11 miliardi di Euro di debito Gazprom.
L’ammontare di questi titoli finiti sul mercato italiano dovrebbe essere superiore o, almeno, pari al miliardo di euro, senza dimenticare le conseguenze indirette, parimenti disastrose, che stanno subendo tutti i fondi di investimento che hanno acquistato titoli russi e hanno collocato le proprie quote nei portafogli dei risparmiatori italiani.
A ciò si aggiunge il fatto che i titoli russi sono oggi sostanzialmente invendibili, non solo per le sanzioni comminate dall’Occidente alla Russia e il tracollo delle quotazioni del rublo, ma anche per la generalizzata sfiducia e diffidenza che anima oggi gli operatori finanziari nei confronti di Mosca.
Basta considerare il taglio del rating subito dalla Russia negli scorsi giorni ad opera di tutte le società di valutazione.
La task force legale incaricata dalle Associazioni dovrà verificare se gli intermediari bancari e finanziari italiani hanno venduto tali titoli ai risparmiatori del nostro Paese rispettando le norme del Testo Unico Finanziario e dei Regolamenti attuativi emanati dalla Consob.
È necessario accertare, innanzitutto, se i risparmiatori siano stati informati del livello di rischio dei titoli russi, che era già alto prima della guerra in corso, considerata l’annessione militare della Crimea, avvenuta nel 2014, e la guerra civile che ne è scaturita nelle due regioni separatiste di Donetsk e Luhansk, arrivata sino ai giorni nostri.
Ed ancora dovrà valutarsi se tali rischi fossero tollerabili in ragione del profilo d’investimento dichiarato dai risparmiatori, nonché se vi sia stata eccessiva concentrazione del portafoglio con l’acquisto di tali titoli.
La valutazione per l’adeguatezza dell’investimento nei titoli russi dovrà essere, quindi, la stessa che è stata utilizzata nel passato, con riferimento alla normativa in vigore, per l’acquisto di titoli come i bond Argentina, Lehman, Cirio, Parmalat, etc. etc. …
“Ricordiamo che per tali titoli la generalità dei Tribunali nazionali ha emesso centinaia di sentenze, in maggior parte favorevoli ai risparmiatori, condannando le banche al risarcimento dei danni, consistente nel prezzo di acquisto dei titoli, detratto il loro valore residuo o la loro percentuale di svalutazione“, sottolineano le associazioni in una nota.
L’Associazione di consumatori Robin e il Centro Consumatori Italia, quindi, invitano i risparmiatori coinvolti a voler inviare una manifestazione di interesse all’indirizzo e-mail “[email protected]”, indicando nell’oggetto “INVESTIMENTI RUSSI” e nel testo dell’e-mail nome, cognome, codice fiscale, luogo e data di nascita, indirizzo di residenza, data di acquisto dei titoli russi, importo totale investito, numero dei titoli acquistati e prezzo medio di acquisto, la propria mail e un numero di telefono, fisso o cellulare.
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