Alto Adige
Commercio di Green pass falsi, perquisizioni in tutta Italia. Denunciata anche una 50enne altoatesina

40 perquisizioni e 67 sequestri preventivi sono stati attuati in tutta Italia nell’ambito di una complessa indagine relativa alla messa in commercio di Green pass falsi.
In Trentino Alto Adige la polizia postale ha eseguito due distinte perquisizioni nei confronti di un uomo ed un donna, cinquantenni, residenti rispettivamente nelle province di Trento e di Bolzano, ai quali è stato contestato il possesso di Green Pass fasulli, rinvenuti in forma digitale sui loro telefoni cellulari.
I soggetti sono stati denunciati per accesso abusivo a sistema informatico e falsità materiale commessa da privato, continuati e in concorso. I documenti digitali sono stati sequestrati per le ulteriori verifiche da parte dell’Autorità giudiziaria.
In generale le certificazioni verdi risultano essere stati acquistate da oltre 120 persone violando i sistemi sanitari regionali sfruttando i canali di accesso messi a disposizione delle farmacie per inserire i codici dei tamponi e dei vaccini effettuati.
Gli utilizzatori dei falsi green pass sono stati sinora localizzati oltre che nelle province di Trento e Bolzano anche a Napoli, Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, Como, Grosseto, Messina, Milano, Monza-Brianza, Reggio Calabria, Roma ma sono in corso accertamenti finalizzati a definire il numero reale, che si stima essere più ampio, di coloro che si sono rivolti nel tempo all’organizzazione criminale.
Le credenziali di accesso ai sistemi sono state carpite mediante sofisticate tecniche di phishing, attraverso email che simulavano quelle istituzionali del sistema sanitario, inducendo i titolari a collegarsi ad un sito web, anch’esso falso, perfettamente identico a quello del sistema sanitario.
In altri casi, i falsi green pass risultano prodotti ricorrendo a servizi di chiamata VoIP internazionali, capaci di camuffare il vero numero di telefono del chiamante e simulare quello del sistema sanitario regionale. In tali casi il finto tecnico della Regione interessata induceva il farmacista ad installare nel proprio sistema un software di assistenza a distanza, che consentiva di assumere il controllo da remoto del computer e rubare così le credenziali di accesso ai sistemi informativi regionali.
Quando l’accesso ai sistemi regionali richiedeva le credenziali SPID della farmacia, l’ostacolo veniva aggirato con sofisticate tecniche di vishing (voice-phishing), smishing (SMS-phishing) e l’impiego di siti-clone.
Sono 15 le persone già sottoposte ad indagini quali ipotetici appartenenti all’associazione criminosa che risulta aver assicurato la regia degli accessi abusivi ai sistemi informatici e delle conseguenti falsificazioni, nonché 67 dei loro clienti.
Con la collaborazione del Ministero della Salute, i falsi green pass individuati sono stati disabilitati, in modo da impedirne ogni ulteriore utilizzo. Le pagine web create a fini criminosi sono state sottoposte a sequestro preventivo, disposto in via d’urgenza dal Pubblico Ministero.
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