Economia e Finanza
Transizione ecologica e digitale: ‘autostrada intelligente’ è il futuro dell’A22
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza indica nella transizione ecologica e digitale i due pilastri sui quali costruire il futuro del Paese. A noi fa davvero piacere perché sono proprio i due obiettivi che ci siamo già dati per realizzare il primo Green Corridor d’Europa lungo l’asse del Brennero”. Così l’Amministratore Delegato di Autostrada del Brennero, Diego Cattoni, ha sintetizzato al Teatro Sociale di Trento la strategia aziendale seguita dalla Società negli ultimi anni per raggiungere il più ambizioso dei traguardi: zero incidenti e zero emissioni lungo il principale collegamento dell’Italia con il resto d’Europa.
Al Forum Tornare a muoversi senza lasciare impronte, con Vera Fiorani, Andrea Giuricin e Alberto Viano, introdotto da Carlo Scarpa e moderato da Paola Pica, Cattoni ha voluto ricordare la particolarità rappresentata da Autostrada del Brennero nel panorama autostradale italiano e tracciare un breve quadro dei progetti in essere.
“Mi piace sempre rammentare – ha esordito – che la A22 fu realizzata dagli Enti pubblici locali perché, a metà anni ’50, quello del Brennero a Roma non veniva considerato un tracciato prioritario. Oggi dal passo del Brennero transita più del 10% di tutto l’import-export nazionale, oltre 55 milioni di tonnellate di merci l’anno, e una parte considerevole del nostro turismo. Il tema di questa edizione del Festival – ha aggiunto – è il nuovo ruolo dello Stato in rapporto con le imprese, le comunità e le istituzioni. Mi sento di dire che in Autobrennero è stato raggiunto da tempo un equilibrio straordinario, perché lo Stato, attraverso le sue articolazioni più vicine ai cittadini, gli Enti locali, gestisce da sempre questa importante infrastruttura con l’efficienza di un’impresa privata e una grande attenzione per le comunità locali che, attraverso le proprie istituzioni, sono di fatto i Soci di maggioranza”.
“Da questo equilibrio – ha osservato Cattoni – è nata la decisione, ormai vent’anni fa, di investire in ferrovia e oggi siamo l’unico concessionario autostradale a investire fortemente nella “concorrenza”. Già oggi movimentiamo 12.000 treni l’anno, ma non lo consideriamo un punto di approdo: vogliamo gestire da protagonisti e non subire l’aumento dei volumi commerciali che deriverà dal potenziamento dei porti italiani”.
Stimolato dalle domande della giornalista del Corriere della Sera, Paola Pica, Cattoni ha indicato i prossimi obiettivi della Società: “Oggi si parla molto di idrogeno, ma attualmente l’unico centro di produzione e distribuzione di idrogeno attivo in Italia è quello di Bolzano, realizzato con il contributo determinante di Autobrennero. È un fatto poco noto, ma da allora sono già stati percorsi 3 milioni di chilometri emettendo solo vapore acqueo grazie a quel centro: 11,3 euro al kg il prezzo oggi alla ‘pompa’ e con un kg di idrogeno si percorrono circa 100 km. Un auto arriva quindi a percorrere quasi 700 km con un pieno, un tir può superare i mille, senza il problema del peso delle batterie”.
“Certo – ha aggiunto Cattoni – oggi il gasolio costa meno dell’idrogeno, ma se non cominceremo a sviluppare una rete di distribuzione come abbiamo già fatto per i veicoli elettrici, non possiamo attenderci che qualcuno acquisti veicoli a idrogeno. Il nostro piano già prevede di realizzare cinque nuovi punti di rifornimento, in modo che la A22 possa essere un’autostrada sulla quale viaggiare a emissioni zero”.
Sul fronte della digitalizzazione, secondo pilastro del Pnrr, Cattoni ha fatto una breve sintesi dei molti progetti europei che vedono Autobrennero in prima fila, a partire da C-Roads Italy: “Già oggi le nostre 63 Road Side Unite sono potenzialmente in grado di connettersi con i veicoli predisposti. Stiamo sviluppando progetti che prevedono convogli di tir guidati solo dal primo mezzo e negoziazioni automatiche tra veicoli che permettano il sorpasso senza intervento umano. L’obiettivo finale è un’autostrada intelligente connessa ai veicoli a guida autonoma, capace di consegnare alla storia quell’errore umano che purtroppo è oggi la causa della quasi totalità degli incidenti dentro e fuori l’autostrada”.
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