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Politica

Trasporto scolastico, gli studenti rimangono a piedi. Team K: “Ripensare le regole di accesso ai mezzi”

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Il trasporto scolastico è stato forse il nodo principale in cui la didattica in presenza si è stoppata. Anche se la Giunta provinciale ha avuto un intero anno scolastico per imparare dagli errori commessi e ottimizzare i processi, ci sono di nuovo grandi difficoltà nel trasporto degli alunni: i posti a sedere sull’autobus vengono limitati, con la conseguenza che molti ragazzi vengono lasciati alle fermate senza essere caricati“.

La problematica è stata avanzata dai rappresentati del Team Koellensperger che in un’interrogazione alla Giunta provinciale pongono delle questioni centrali: perché è vietato sedere nella prima fila di sedili degli autobus nonostante la distanza dal conducente si sufficientemente sicura, costringendo però i passeggeri a sedere vicini? Com’è possibile che il trasporto scolastico non funzioni ancora e che, per esempio, non sia stato introdotto un sistema di prenotazione? 

Sostiene lo stesso Alex Ploner: “Da più di un anno dobbiamo convivere con la pandemia. Già nella primavera del 2020 avevamo segnalato che il trasporto scolastico deve essere potenziato, per permettere la didattica in presenza nelle scuole. Il 25% degli studenti delle scuole superiori deve ancora rimanere in didattica a distanza perché il trasporto scolastico non è stato organizzato in modo adeguato. Nel gennaio 2021, è stato potenziato, ma dopo Pasqua, con la ripresa dell’insegnamento in presenza, le lamentele che mi giungono sono di nuovo in aumento.

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Secondo il feedback dei genitori, molti alunni sono stati lasciati alle fermate degli autobus la settimana scorsa in Bassa Pusteria e in questa in Alta Pusteria. Anche le norme di igiene all’interno degli autobus devono essere ripensate. Non ha senso isolare diverse file di sedili, anche se sono a uno o due metri dall’autista dell’autobus, che di solito è anche protetto da uno schermo in plexiglass. Stiamo parlando di studenti testati due volte alla settimana con test nasali e che indossano mascherine. Servono finalmente norme di buon senso, che consentano una didattica in presenza sicura e un trasporto affidabile per tutti gli studenti”.

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