Politica
Via l’Iva dagli assorbenti e lotta alla ‘povertà mestruale’: lo chiede il Pd in Consiglio provinciale
Non è affatto una problematica nuova: si è cominciato a discuterne a livello globale anni fa, ma quello della cosiddetta ‘period poverty’ (o “povertà mestruale”) in Italia è un problema che non ha ancora trovato soluzione, come nemmeno quello dell’abolizione dell’Iva sui prodotti igienici sanitari per il ciclo mestruale.
Se ne parla da qualche tempo anche in Alto Adige: prima con il Feministisches Infocafé femminista e la campagna “Le mestruazioni non sono un lusso” (anche con il sostegno in Comune del Team Koellensperger) e ora con il consigliere provinciale del PD con Le Civiche, Sandro Repetto, su iniziativa dei Giovani Democratici, che proprio al consiglio ha presentato una mozione per chiedere che venga sollecitato il Governo “a prevedere un’immediata riduzione dell’aliquota attualmente al 22% per i prodotti igienico sanitari femminili, per arrivare poi alla totale detassazione dei beni essenziali alla salute e all’igiene femminile, ad avviare uno studio di approfondimento sul fenomeno della povertà mestruale, sulle fasce economicamente a rischio sul nostro territorio, considerando che in Provincia di Bolzano si stima che il 17,6% delle persone siano a rischio povertà” e infine “a prevedere l’installazione di distributori automatici e gratuiti di assorbenti igienici, utilizzabili tramite tessera sanitaria, nelle scuole e azioni di formazione per ridurre lo stigma sociale ancora legato al ciclo mestruale, che produce senso di vergogna nelle ragazze forme di bullismo nei loro confronti“.
“Questo – sottolinea Repetto – perché anche anche la nostra Provincia e il nostro Paese riconoscano come beni primari i beni igienici femminili affrontando le problematiche legate alla period poverty e riconoscendone le relative agevolazioni fiscali“.
L’IVA applicata in Italia sui prodotti igienici femminili essenziali (assorbenti interni, esterni e coppette mestruali) è pari al 22%. Si stima che ogni mese, in Italia, circa 21 milioni di donne acquistino i prodotti igienici di cui sopra, per un totale di circa 2.6 miliardi di prodotti venduti. Calcolando il prezzo medio di 4 euro a confezione, il totale annuo per donna è di circa 126,00 euro di cui 22,88 di IVA.
L’Unione Europea si espresse già nel 2006, tracciando la strada in materia con la direttiva 2006/12/CE del 28 novembre 2006. In molti Paesi del mondo l’argomento “Tampon tax” così, infatti viene denominata l’applicazione dell’aliquota IVA ordinaria su assorbenti, interni, esterni e coppette mestruali – è stato affrontato positivamente, portando la tassa ad essere ridotta o abolita, di seguito alcuni esempi:
– in Francia è stata abbassata al 5,5% nel 2015 e da settembre 2021 gli assorbenti saranno gratuiti nelle università;
– in Spagna dal 2019 è stata ridotta al 4 %;
– in Belgio è stata ridotta al 6% nel 2018;
– in Irlanda è stata abolita e gli assorbenti vengono distribuiti gratuitamente nelle scuole;
– la Scozia dapprima ha abbassato la tassazione al 5% e distribuito i prodotti gratuitamente
Nelle scuole e università e dal 24 novembre 2020, con l’approvazione all’unanimità del parlamento scozzese, è legge il “Period Products Act”, che prevede la distribuzione gratuita di tamponi e assorbenti a tutte le donne, per un costo annuo stimato in 24 milioni di sterline per il governo.
– In UK dall’inizio del 2021 è stata abolita la tassa;
– nelle Isole Canarie la tassa è stata completamente abolita dal 1 gennaio 2018;
– in Nuova Zelanda da giugno 2021, per contrastare la povertà mestruale, gli assorbenti saranno distribuiti gratuitamente alle alunne;
– l’Australia ha applicato un’imposta del 10% fino al 2018, anno in cui è stata abolita;
– il Canada l’ha abolita nel 2015;
– lo Stato di New York l’ha abolita nel 2016;
– in India questi prodotti sono esenti da tasse da settembre 2018;
– in Kenya la diminuzione della tassazione è partita nel 2004 e dal 2011 è prevista la distribuzione gratuita nelle scuole.
Legato al discorso di cui sopra vi è proprio il fenomeno della “period poverty”, ovvero l’impossibilità di potersi permettere i dispositivi igienico-sanitari adeguati a superare il ciclo mestruale in modo agevole e igienico.
Uno studio dell’Istat rivela che vi sono circa 2 milioni e 227mila donne indigenti in Italia e che non avendo studi mirati, che ci dicano quanto la period poverty possa impattare nella loro vita , possiamo solo fare alcune ipotesi basandoci su quanto approfondito all’estero: una ricerca condotta nel 2017 in Inghilterra da “Plan International UK” ha rivelato che, su un campione di mille ragazze il 15% non riuscisse ad acquistare assorbenti, il 14% li chiedesse alle amiche perché troppo cari e 1 ragazza su 10 non andasse a scuola durante il ciclo. In Nuova Zelanda invece molte donne e ragazze delle classi meno abbienti non possono permettersi di acquistare assorbenti e tamponi durante il ciclo mestruale e sono costrette a sospendere scuola/lavoro/relazioni sociali.
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