Alto Adige
Riaperture negozi, fuori gli ambulanti non alimentari. Urzì: “Disparità inaccettabile”

Il periodo critico che anche la nostra provincia sta attraversando per la seconda ondata della pandemia di Covid-19 è chiaro a tutti. Tutte le misure instaurate nelle ultime settimane hanno avuto il solo unico obiettivo di contenere la diffusione del virus e azzerare le occasioni di contagio e che in tale ottica è necessario ridurre al minimo gli spostamenti e i contatti interpersonali.
In conseguenza dei provvedimenti intrapresi, la situazione sembra essere in fase di miglioramento con i dati degli ultimi giorni che iniziano ad indicare una sostanziale stabilizzazione della curva epidemiologica. In conseguenza di ciò alcune attività commerciali possono riprendere l’attività, seppure con le giuste precauzioni.
“Possono riaprire i negozi al dettaglio, i parrucchieri e gli estetisti, le lavanderie, i centri commerciali, anche nel fine settimana e anche i mercati, ma solo per quanto riguarda i beni alimentari. Per tutti gli altri ambulanti permane la chiusura forzata – afferma il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì – . Nei mercati settimanali, infatti al momento è consentita la vendita solo per banchi di generi alimentari mentre, come disposto dalle normative nazionali, sono chiusi i banchi che vendono altre tipologie di merci.
I mercati rionali si svolgono infatti all’aperto su spazi ampi ed in grado di poter assicurare maggior distanziamento sociale che all’interno delle corsie di negozi e supermercati, dove maggiore è il rischio di aumentare la concentrazione di persone al chiuso. In assenza dei mercati rionali l’afflusso ai negozi ed ai centri commerciali soprattutto nei fine settimana sarà senz’altro maggiore con le conseguenti difficoltà a garantirne il rispetto delle opportune norme di sicurezza.
Peraltro le restrizioni colpiscono solo la categoria del commercio ambulante, dove si può trovare merce a prezzo vantaggioso: non si comprende di conseguenza come sia consentita la vendita di determinati generi nel commercio fisso e non nei mercati. I rigidi protocolli elaborati in questi mesi e a cui anche il commercio ambulante si è prontamente adeguato non sono differenti da quelli applicati nelle strutture commerciali fisse. L’obbligo di coprire le vie respiratorie, la necessità di mantenere una distanza minima tra i clienti e la disinfezione delle mani per ridurre il contatto con il virus sono buone pratiche applicate anche tra i banchi del mercato“.
“Per gli ambulanti, già duramente colpiti dalla crisi economica determinata dal lockdown della scorsa primavera, l’impossibilità di ritornare al lavoro al pari del commercio fisso porterà inevitabilmente alla chiusura definitiva di molte attività. Scriviamo dunque alla Provincia nella convinzione che posa farsi autorevole portavoce presso il Governo nazionale delle legittime istanze di tutto il comparto dei commercianti ambulanti altoatesini di banchi non alimentari perché sia garantita nel più breve tempo possibile anche la riapertura delle loro attività, nel rispetto di tutte le disposizioni anti-contagio già previste ed eventualmente di altre che dovessero essere individuate come necessarie e attuabili, auspicando che tale provvedimento sia in ogni caso assunto non appena la Provincia di Bolzano ottenga una differente classificazione del rischio Covid“, conclude Urzì.
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