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Polemica Jj4, Maturi: “L’orso va salvato, certo, ma come?”

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L’equilibrio tra uomo e fauna selvatica è sempre delicato e quando si parla di grandi carnivori la questione si complica ulteriormente. In Trentino è stato reintrodotto l’orso con il programma europeo “Life ursus”, un’iniziativa che oltre ad arricchire la biodiversità ha portato ingenti fondi all’amministrazione dell’epoca.

Fondi che sarebbero serviti per pianificare e sostenere uno sviluppo sostenibile della reintroduzione del plantigrado, tenendo conto dell’evoluzione del territorio durante gli anni di assenza di questa specie. Così non è stato e oggi, cittadini e orsi stessi, pagano il conto di una mala gestione.

L’equilibrio tra fauna selvatica e umani è molto delicato, ed è bene capire quanti orsi riesce ad accogliere il Trentino affinché vi sia una convivenza sostenibile tra specie.

Gli etologi hanno individuato una quota di 60 orsi come soglia massima assorbibile dal territorio al fine di non scombussolare questo equilibrio, ma attualmente in Trentino sono presenti oltre 90 esemplari e sono destinati a crescere entro il prossimo anno.

Gli episodi di frizione tra l’uomo e gli orsi sono dunque destinati a crescere per cui, mai come ora, è necessario trovare soluzioni costruttive in prospettiva, per evitare di trovarsi in un costante “stato di emergenza orso”, a tutela dei cittadini, ma anche degli orsi stessi.

A mio avviso occorre intervenire su 2 piani principali – sottolinea Filippo Maturi, deputato della Lega e responsabile nazionale del Dipartimento per la tutela del benessere animale – . Prevedere innanzitutto un piano di ridistribuzione degli orsi in esubero, in modo da mantenere sempre un numero idoneo alla dimensione del territorio provinciale.

La ridistribuzione può avvenire in altre regioni d’Italia, ma anche all’estero tramite accordi internazionali. Ovviamente tali accordi vanno fatti con quei paesi dove è vietata la caccia all’orso. Il ministero dell’ambiente e il governo dovrebbero intervenire in tal senso.

C’è poi l’introduzione in Italia dello spray anti orsi: un presidio di sicurezza largamente utilizzato negli USA con risultati molto efficaci (oltre il 98% di casi) per la protezione delle persone quando incontrano un orso.

Si tratta di una sorta di spray al peperoncino, con una concentrazione maggiore e una gittata superiore, il quale non provoca danni permanenti agli animali, ma salva la vita delle persone. A oggi ne è vietata la vendita in Italia, occorre che il ministero dell’interno permetta l’utilizzo del presidio in quelle zone dove è possibile l’incontro con l’orso“.

Conclude Maturi: “Come si può facilmente vedere la palla è nel campo del Governo e le persone che possono attivarsi concretamente per salvare l’orso hanno un nome e cognome: Giuseppe Conte, Sergio Costa, Luciana Lamorgese.

A oggi nessuno di loro ha mosso un dito per salvare l’orso, hanno abbandonato il Trentino ed il suo governatore Fugatti, il quale ha ereditato una situazione allo sbando dovuta alla mala gestione dell’amministrazione precedente.

Ho parlato con il Presidente Fugatti, il quale ha dato la disponibilità di non abbattere l’orsa Gaia, ma di catturarla e di portarla – a proprie spese – nel luogo per lei più sicuro, indicato dal ministro Costa. Salviamo gli orsi e l’equilibrio tra uomini e grandi carnivori, facciamolo nel concreto. La palla, come detto, rimane ora al governo“.

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