Tra cronaca e storia
Due tirolesi in Giappone ed in Etiopia
La storia tirolese è ricca di personaggi che, più o meno conosciuti, furono partecipi (anche da protagonisti) di eventi importanti o vicini a personalità di spicco delle varie epoche.
Il primo, Hermann Roesler, non nacque in Alto Adige ma vi visse gli ultimi anni della sua vita. Il secondo invece si chiamava Otto Begus, nacque a Bolzano.
Hermann Roesler nacque nel 1834, a Lauf an der Pegnitz, in Germania. insegnò per 17 anni all’università di Rostock, e la sua fama di costituzionalista si sparse in tutto il mondo, tant’è che nel 1878 fu contattato dall’Ambasciata giapponese, che in quel periodo si stava aprendo alla civiltà occidentale. Tra le varie riforme portate avanti dall’allora Imperatore Mutsushito ci fu anche una riforma costituzionale, e così si decise di prendere spunto dagli Stati Europei più avanzati.
Visto che la figura dell’imperatore era sacra ed intoccabile gli unici Stati da cui si poteva prendere spunto erano Prussia e Austria, e così la scelta ricadde sul professor Roesler, che si trasferì in Giappone, dove lavorò assiduamente. Vista la situazione, Roesler lavorò vicino all’Imperatore per trasformare il Giappone in una monarchia costituzionale, contribuendo in particolare allo sviluppo di un sistema di leggi commerciali avanzato.
Dopo 15 anni di assiduo lavoro, si trasferì a Bolzano, prendendo alloggio alla residenza Compil, ove morì nel 1894, all’età di 59 anni. Le sue spoglie furono dapprima sepolte nel vvecchio comitero della città, e nel 1931 vennero traslate ad Oltrisarco. Sulla lapide troviamo in latino un testo biblico :“Beati coloro che piangono; beati coloro che soffrono per la giustizia, perché loro è il Regno dei Cieli”.
Per quanto riguarda Otto Begus, nacque a Bolzano nel 1899, ed era figlio di un commerciante locale. Partì giovanissimo per il fronte italiano durante la Grande Guerra, dove venne catturato. Iniziò ad odiare profondamente L’Italia e tutto ciò che era italiano, e divenne preda del nazionalismo hitleriano.
Dopo varie vicissitudini, dove girò la Germania e l’Austria, approdò in Etiopia nel 1936, alla corte del negus Hailè Selassiè, ovvero il Re dei re d’Etiopia, con l’obiettivo di addestrare il corpo d’élite dell’Imperatore.
All’epoca era in corso la conquista d’Etiopia da parte del Regno d’Italia, e Otto prese parte all’importante battaglia del lago Ascianghi, dove le forze abissine si trovarono davanti le truppe del Generale Badoglio. L’esercito del Negus venne annientato, e otto dovette scappare e tornare in europa, precisamente a Salisburgo. L’Austria ormai era stata annessa alla Germania nazista, e Otto si arruolò tra le fila dell’esercito hitleriano, diventando un pezzo grosso della Gestapo.
Da allora visse una vita movimentata, girando per tutta l’Europa con incarichi di Intelligence. Nel 1943 partecipò anche alla liberazione di Mussolini sul Gran Sasso, ed al crollo del Reich venne catturato a Verona nel 1945, e condannato a 3 anni di carcere nel 1948.
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