Alto Adige richiama un valore culturale, Oliveri (AANC): “Atto di provocazione. Ammissioni di colpa non bastano”

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“La decisione di eliminare il termine ‘Alto Adige’ dai disegni di legge è un atto provocatorio che ha l’unico scopo di riaprire una ferita nella società tra gruppi linguistici“.

Lo afferma Rosanna Oliveri, referente scuola e cultura di L’Alto Adige nel Cuore, commentando i recenti avvenimenti che hanno visto la giunta provinciale nell’occhio del ciclone per la modifica operata in consiglio di una comma della legge che sostituisce in documenti ufficiali della Provincia in ambito europeo il termine “Alto Adige” con “provincia di Bolzano” ed elimina il termine “altoatesino“.

“Non è affatto vero che un termine vale l’altro perché ‘provincia di Bolzano’ è un’espressione amministrativa mentre ‘Alto Adige’ è una denominazione che richiama a un valore culturale, è un termine evocativo carico di affetto, di attaccamento al territorio per chi in questa terra ci è nato e ci è venuto a vivere dopo e che comunque sente sua in convivenza pacifica con gli altri gruppi linguistici.

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Ed è proprio questo legame affettivo ed evocativo di valori per cui noi abbiamo “L’Alto Adige nel Cuore”.

Non sarebbe infatti la stessa cosa dire “La provincia di Bolzano nel Cuore”, le due espressioni non sono sovrapponibili pur indicando la stessa zona geografica perché l’Alto Adige, sottolineo l’Alto Adige e non la provincia di Bolzano, per la comunità italiana non è una semplice zona geografica in cui ci troviamo a vivere quasi da ospiti.

Siamo invece cittadini altoatesini a tutti gli effetti e noi qui siamo a casa. Il fatto stesso che il Presidente Kompatscher abbia ammesso il giorno dopo che si è trattato di un errore sarebbe positivo ma la semplice ammissione di colpa non basta, serve che venga modificato il testo della legge e reinserito il termine Alto Adige”.

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