Politica
Formazione medico specialistica, M5S: “Ma quale modello? No a soluzioni improvvisate”
“Sosteniamo un modello in cui i corsi di specializzazione medica prevedano che lo specializzando sia affiancato da un medico specialista così che possa acquisire pian piano autonomia nello svolgimento delle funzioni che dovrebbero restare sempre e comunque sotto la vigilanza dello specialista tutor. Parallelamente lo specializzando dovrebbero poter dedicare parte del suo tempo alle lezioni ed alla ricerca scientifica“.
I rappresentanti del MoVimento 5 Stelle altoatesino intervengono nuovamente sulla questione della Sanità e nello specifico sul problema della formazione medico specialistica a livello territoriale.
Perché, come sottolineato in una nota “il movimento dimostra sempre grande attenzione sia alla sicurezza delle cure erogate al paziente, sia alla tutela del personale medico e paramedico in formazione e già formato“.
Un tale percorso di formazione prevede come punto di riferimento il policlinico universitario tramite le reti formative delle Scuole di Specializzazione (ospedali integrativi della rete), come recentemente ridefinito dal DIM 402 del 2017.
Tali reti includono anche le strutture sanitarie del territorio circostante che, a seguito del parere della direzione dell’Università e previa verifica del Ministero, rispettino standard qualitativi adeguati e certificabili (numerosità dei pazienti, alta specializzazione, ecc.).
Tutto questo per garantire la maggiore sicurezza (evitare errori diagnostici), trasparenza (empoverment del pazient e degli operatori sanitari) e presa in carico nei confronti del paziente (esito delle cure).
“Le Regioni e le Province Autonome per sopperire alle attuali carenze territoriali e per ottenere un aumento dei medici che riescano a completare la formazione specialistica, hanno avanzato la proposta di svincolare la formazione dal contesto universitario per mettere gli specializzandi direttamente al lavoro sul territorio, nelle ASL – afferma il consigliere provinciale pentastellato Diego Nicolini – . In questa proposta, tuttavia, non è chiaramente definito né quali potrebbero essere i termini in cui tali medici opererebbero, né chi si dovrebbe fare garante della qualità di tali percorsi. In una logica di contrapposizione a volte anche strumentale, tra ospedale e università, e tra Governo e Provincia Autonoma“.
“La nostra volontà – conclude Nicolini – è quella che si investa su una formazione medica di qualità, che sia da esempio a livello Europeo. Non appoggiamo la scelta di trovare soluzioni improvvisate che mettono a disagio per primi i medici specializzandi anziché fronteggiare una situazione non più rimandabile dovuta anche alle regole stringenti della Proporzionale e del Bilinguismo“.
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