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L’impertinente

Suedtirol zuerst. STF: “Via il Commissariato del governo”. Ed è tradimento Lega

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Torna in auge l’antica iniziativa della Volkspartei di trasferire alla Provincia di Bolzano le competenze del Commissariato del governo in Alto Adige.

Una storia vecchia, quella della volontà di assorbimento del “prefetto” da parte provinciale, data l’approvazione all’unanimità, già nel 2014, di una mozione che avrebbe allora impegnato la Giunta ad avviare delle trattative con il governo di Roma in tal senso.

La mozione, questa volta di Sued Tiroler Freiheit, è stata votata a larga maggioranza con il supporto, a sorpresa ma non troppo, della Lega di Salvini. Astenuti solo i consiglieri Diego Nicolini del MoVimento 5 Stelle e Sandro Repetto del Partito Democratico.






E qui la faccenda assumerebbe toni grotteschi, dato che il supporto di voto a favore della destituzione della figura del prefetto in Alto Adige sarebbe stato dato proprio dal Carroccio.

Stiamo parlando del partito del “prima gli italiani”, anche se in campagna elettorale per le provinciali lo slogan non a caso si era teutonicamente trasformato in quel “Sudtirolo ai sudtirolesi“, corredato addirittura da errore grammaticale. Ma come si suol dire, a contare è sempre l’intenzione.

Stiamo parlando di quella Lega che, solo nell’azione di voto contro i poteri del commissario del governo, tradisce il mandato di una figura istituzionale che fa capo proprio al suo leader Matteo Salvini, in qualità di ministro dell’Interno.

Assente dall’aula solo l’assessore Massimo Bessone, ma la sostanza non cambia. La Lega vota contro i poteri dello Stato e la difesa dell’italianità in Alto Adige, come nell’occasione dei tagli contributivi alla cultura italiana. E questo dovrebbe bastare.

L’appoggio all’iniziativa di STF per l’abolizione di una istituzione che è garante a tutti gli effetti della politica nei confronti dell’intera comunità altoatesina e in particolare della minoranza italiana a livello territoriale non lascia molti dubbi sul rinnovo di uno “scendilettismo” che l’elettorato altoatesino di madrelingua italiana pensava fosse proprio solo del PD degli anni migliori, nel corso delle passate legislature provinciali.

Scendilettismo. Non avremmo mai voluto dover usare nei confronti della Lega, proprio noi della Voce, un termine che richiama quell’asservimento politico che da sempre caratterizza gli italici partner di giunta alla Corte della Stella alpina.

Il “carico da 20”.

A breve il commissario Cusumano è atteso in Consiglio per un’audizione perché “non ci sono garanzie per la lingua tedesca negli ambiti della vita pubblica” ha inoltre tuonato il leader STF Sven Knoll.

Knoll si riferisce a Sanità, uffici pubblici e documentazione pubblica in genere. Nel contenuto della mozione approvata, vi è infatti anche la richiesta di sanzioni da parte del commissariato del governo nel caso di violazioni nel diritto all’uso della propria madrelingua e di eventuali altre violazioni dell’obbligo di utilizzo della lingua tedesca nei diversi ambiti.

La Repubblica autonoma dell’Alto Adige è servita.

Forze dell’ordine che spesso rifiutano di esprimersi nella lingua del Walther, limite tale per cui “è necessaria l’istituzione di una polizia provinciale“, dice il consigliere provinciale della Svp Franz Locher.

Un sistema di digitalizzazione autonoma, ovvero autonomia digitale attraverso una norma di attuazione –  aggiunge il Landeshaptmann Kompatscher – garantendo comunque gli scambi dati con Roma (e ci mancherebbe ndr)”.

Il diritto ad esprimersi nella propria lingua, però, vale anche per l’italiano” affermano.

Ma eliminiamo le garanzie politiche per cui tutto questo possa concretizzarsi, come ad esempio la superflua figura del commissario del governo. A cosa servirà mai? Qui bastiamo noi. Quelli della Repubblica autonoma dell’Alto Adige“, sembra essere la traduzione.

Brutto affare per la Lega di Salvini, questo matrimonio politico conveniente solo a uno dei due coniugi istituzionali.

Brutto affare davvero se il prezzo del tanto agognato posto in giunta si traduce nella cessione della dignità politica e dei principi sui quali si fonda l’animus del partito, o sul tradimento della fiducia di un intero elettorato il quale, auspichiamo, conservi lunga memoria di quanto sta accadendo in questi mesi.

Brutto affare. Salvini intervenga.

 

 

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