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Politica

Pronto soccorso, lo scaricabarile delle responsabilità

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Un paziente con forti dolori alla schiena arriva al pronto soccorso. Al triage viene classificato come codice verde perché le sue funzioni vitali non sono a rischio.

Viene poi informato che la prestazione richiesta è di competenza del medico di base e che la sua visita al pronto soccorso non è quindi giustificata e di conseguenza a pagamento. Il paziente rinuncia e torna a casa. Successivamente viene accertato che il dolore era conseguente a un aneurisma aortico disseccante o una pancreatite acuta con le relative complicazioni del caso.

Un paziente con male alle orecchie cerca il primo soccorso.

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Sul quotidiano locale di lingua tedesca Dolomiten del 13 giugno l’assessore Widmann definisce il pronto soccorso un “centro di assistenza inadeguato” per i dolori all’orecchio. Il paziente torna a casa e in seguito si sviluppa un’infezione purulenta dell’orecchio con complicazioni come una meningite o una otite.

E’ questa l’idea di sistema sanitario orientato al paziente per l’Azienda sanitaria? – si chiede il consigliere provinciale Franz Ploner – . Se i cittadini hanno bisogno di assistenza o consulenza medica e non c’è la disponibilità continua di un medico di base o uno specialista, dove dovrebbero andare?“, continua la sua collega Maria Elisabeth Rieder.

Come noto, gli infermieri del triage assegnano un codice di priorità ai pazienti a seconda dei sintomi che presentano, secondo gli standard medici di emergenza.

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Ma il codice deontologico non consente al personale infermieristico di effettuare diagnosi cliniche, che necessitano di un medico.

Maria Elisabeth Rieder e Franz Ploner contestano i cambiamenti previsti dall’assessorato per il Pronto Soccorso: da anni i pazienti che vi si recano per casi non urgenti o ingiustificati sono tenuti a pagare un ticket, non è una novità.

E’ dimostrato che questa misura è difficile da applicare, perché i pazienti spesso contestano le scelte del Triage al pronto soccorso, con conseguenti ricorsi contro l’Azienda sanitaria e tutti i disagi burocratici e umani del caso“, dice Franz Ploner.

Le misure previste non risolveranno certamente il problema del sovraccarico e dei lunghi tempi di attesa nel Pronto Soccorso, ma anzi porteranno maggiore insicurezza e disagio.

Così la situazione non migliorerà. Se l’assessore vuole ‘educare e non punire’, deve partire dal fatto che i cittadini hanno bisogno di chiarezza su dove possono rivolgersi. Si deve garantire che l’accesso a medici specialisti o a quelli generici siano disponibili per la popolazione 24 ore su 24, in tutta la provincia“, concludono Ploner e Rieder.

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