Benessere e Salute
Psicologo forense: chi è e come può essere utile
Sei un genitore intrappolato in un insanabile conflitto coniugale che ostacola le scelte relative ai figli?
Hai subìto un incidente, una aggressione, un fatto ingiusto in seguito al quale accusi sintomi di malessere psicologico?
Temi che un tuo caro possa essere raggirato perché non sembra in grado di disporre di sé in modo adeguato e autonomo?
Devi documentare un particolare stato psichico per ottenere contribuiti assistenziali o rinnovare permessi e licenze?
Sei coinvolto in un procedimento penale con soggetti plausibilmente affetti da una malattia mentale o con un testimone dalla dubbia capacità?
In queste – e altre – circostanze lo psicologo forense rappresenta quel professionista che offre la consulenza necessaria per ottenere quanto legittimo.
Associata ad un’etichetta che vale la pena conoscere meglio e a competenze tecniche molto specialistiche, lo psicologo forense è colui che applica la propria conoscenza scientifica specifica, cioè psicologica, all’interno delle più disparate pratiche giuridiche, da quelle civili (matrimoniali, amministrative, ecc) a quelle penali.
Concretamente, egli indaga e chiarisce quei fattori psicologici(cognitivi, emotivi, comportamentali) potenzialmente rilevanti e/o dirimenti per le decisioni giudiziarie relative ad un particolare atto che, per lecite differenze di formazione, non sarebbero altrimenti identificabili e considerabili direttamente dai professionisti legali coinvolti (giudici, avvocati, notai, inquirenti,ecc).
A differenza del contesto clinico, fondato sulla relazione di cura richiesta dal paziente stesso per alleviare la propria sofferenza attraverso l’individuazione della diagnosi e del trattamento appropriati, la psicologia forense opera rapportandosi concretamente alle norme del diritto, focalizzando di volta in volta gli accertamenti psicologici necessari al tipo di azione legale che si stà intraprendendo.
L’obiettivo perseguito non è quindi la cura o il benessere del soggetto valutato, bensì l’elaborazione di una risposta valida e documentata ad un mandato giuridicamente stabilito.
Infatti, lo psicologo forense ricorre a tecniche psicologiche dirette (test, interviste, questionari, colloqui) e a strumenti indiretti (relazioni, referti, atti) per verificare se e come un generale e/o specifico stato psichico dell’individuo si allinea con il dettato normativo d’interesse.
Può così produrre una spiegazione scientificamente sostenuta e comprensibile da utilizzare a cura degli organi giudiziari di riferimento per legittimare un certo atto giuridico o per decretare la realizzazione di un reato.
Ma quali sono allora gli ambiti giuridici dove vale assolutamente la pena ricorrere ad un approfondimento psicologico e che costituiscono pertanto i contesti d’intervento dello psicologo forense?
Nel merito del diritto civile, nei casi di separazione giudiziale una consulenza psicoforense può essere particolarmente utile per redigere le migliori condizioni di affidamento dei figli sulla base delle capacità genitoriali constatate nei singoli genitori.
Ancora, lo psicologo forense può documentare l’esistenza di una sintomatologia neurocognitiva o psichica (p.es. disturbo post-traumatico da stress, disturbo acuto da stress, depressione da lutto) sopraggiunta a causa di un evento lesivo indotto da terzi o da condizioni ambientali nocive.
In questo senso, l’accertamento tecnico è insostituibile nel far valere in giudizio il danno subìto e può opportunamente influire sulla quantificazione giuridica del legittimo risarcimento.
Ancora, il parere psicologico può integrare la richiesta di interdizione, inabilitazione o di amministrazione di sostegno attraverso la dimostrazione di una limitata capacità di provvedere ai propri interessi qualora ci sia il bisogno di difendere se stessi o un famigliare da possibili raggiri.
D’altra parte, ci si può affidare anche allo psicologo forense per appurare l’adeguatezza delle individuali facoltà psichiche passate, presenti o future per scrivere un testamento, stipulare un contratto o firmare una donazione, incidendo di conseguenza sul verdetto legale di annullamento o validità del singolo atto.
Similmente, la valutazione delle capacità psichiche specifiche e indispensabili per svolgere una determinata mansione lavorativa o godere di patenti e permessi può corroborare uno stato di idoneità o inidoneità.
Anche in ambito penale la psicologia forense può offrire un contributo prezioso per tematiche relative tanto all’imputato quanto al testimone e alla vittima di reato.
Le analisi tecniche richiedibili spaziano quindi dalla capacità di intendere e volere presunta al momento di un reato, alla capacità di stare e partecipare coscientemente al processo, alla capacità di rendere una testimonianza in virtù di facoltà mentali adeguatamente sviluppate e preservate, alla presenza di una condizione psicofisica deficitaria, patologica o lesionata che è valida a rendere illecito e punibile un comportamento improprio subìto da terzi, come nei reati di circonvenzione d’incapace o di stalking.
Tutti i risultati tecnici ottenuti sono infine argomentati nella relazione scritta di “consulenza tecnica”,che concretizza il prodotto del lavoro svolto dallo psicologo forense e assunto tramite il mandato delle professionalità giudiziarie pertinenti.
Il contributo per La Voce di Bolzano è del Dr Michele Piccolin, psicologo, perfezionato in psicologia e neuropsicologia forense, Perito e Consulente Tecnico per la Procura della Repubblica, per il Giudice di Pace e per il Tribunale Civile e Penale di Bolzano e Trento. Consigliere Ordine degli Psicologi della Provincia di Bolzano, Esperto del gruppo Alienazione parentale.it
Con la collaborazione della Dott.ssa Paolina Rosani.
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