Alto Adige
A22, MIT: “Da Enti locali passi indietro e richieste non conformi a regole Art e UE. Si valuta gara”
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in questi mesi, ha lavorato duramente e lungamente, anche in dialogo con la Commissione europea e in stretta collaborazione con gli enti pubblici interessati, per garantire che la concessione dell’A22 rimanesse in mano pubblica, e, anzi, fosse affidata a una in house al 100% per ulteriori 30 anni.
La Commissione europea aveva posto come precondizione un controllo analogo più incisivo da parte del Mit rispetto ai compiti istituzionalmente affidati in qualità di concedente, e l’Autorità di regolazione dei trasporti aveva indicato delle regole a cui attenersi in merito ai profili tariffari.
Sono stati, questi, mesi di trattative e di incontri con le parti interessate, in cui il Ministero ha messo in campo ogni sforzo per raggiungere un obiettivo oggettivamente preferibile per la collettività: affidare la gestione dell’Autostrada del Brennero agli enti locali, reinvestire gli utili sul territorio e garantire pedaggi più bassi.
È dunque con rammarico che si rileva come sia da ultimo arrivato dai soci pubblici interessati un nuovo piano economico-finanziario ed il correlato piano finanziario regolatorio che smentiscono tutti i passi avanti fatti finora.
Un Pef e un Pfr che l’Autorità dei trasporti, in una nota trasmessa al Ministero, sottolinea essere in contrasto con quanto affermato dalla Regione Trentino-Alto Adige nel documento dell’11 marzo 2019 e non conformi alle regole della stessa Autorità.
Peraltro, nell’ultimo Pef presentato, il fabbisogno finanziario totale, come fa rilevare anche Art, è stato calcolato anche includendo ulteriori, rilevanti ed inediti impegni finanziari, che hanno come impatto l’impossibilità di assicurare la bancabilità del Pef stesso e, come tale, esso è inaccettabile da parte del Mit.
Inoltre il nuovo Piano finanziario inviato dagli enti pubblici territoriali prevede una drastica riduzione del futuro livello di traffico, che incide negativamente sulla tariffa di pedaggi, determinando un maggiore costo a carico degli utenti finali. Vanificando, dunque, una delle finalità prioritarie dell’accordo, teso a ridurre l’onere a carico della collettività.
In aggiunta, strumentalmente, la Regione Trentino Alto Adige, con lettera del 13 marzo scorso, ha riproposto modifiche all’articolato convenzionale, in merito al ruolo del Comitato di indirizzo e di coordinamento, incompatibili con le prescrizioni formulate in merito dalla Commissione europea.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti auspica, dunque, che si possa tornare a ragionare con le parti in causa, con i presupposti a cui sembrava si fosse di comune accordo arrivati, su una concessione totalmente in house.
“Se così non fosse – si legge in una nota – considerata l’impossibilità tecnico-giuridica di derogare ai pareri rilasciati dall’Art e dalla Commissione Ue, e considerata l’urgenza per la collettività di affidare la concessione della A22, scaduta il 30 aprile 2014, la Direzione preposta del Mit sarà obbligata per non incorrere in una procedura di infrazione comunitaria, ad avviare le procedure di gara per l’individuazione del nuovo concessionario“.
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