Angolo Bellerofonte
La Sanità e gli esperti nell’arte dei contrattisti: una contraddizione altoatesina
Alto Adige, ultima frontiera.
Questi sono i viaggi di Bellerofonte che a bordo della sua tastiera alata Pegasus, vi racconterà di quello che accadde una notte di dicembre di qualche anno fa.
No, non mi riferisco al Santo Natale ma a qualche giorno dopo, esattamente nella notte tra il 27 ed il 28 dicembre 2017, dove stava per compiersi un altro tipo di natività, molto più pagana ma comunque determinante per i cittadini italiani: la Legge di Bilancio 2018.
Vi racconterò di questa vicenda, perché la notizia del giorno pare che riguardi una Delibera del Direttore Generale dell’ASL AA Florian Zerzer, per l’esattezza la n. 23 del 24/01/2019.
Nella delibera si incaricano due noti luminari ed esperti nelle “arti legali” sia di tipo amministrativo che lavorativo, di supportare gli eternamente “acquagolati” avvocati dell’Ufficio Legale della Provincia, nelle numerose cause civili intentate da medici nei confronti dell’Azienda Sanitaria.
E allora il quesito è: “Perché tutte queste cause di risarcimento, ma soprattutto, chi sono questi medici?
Lasciate che il vostro Bellerofonte vi faccia chiarezza.
I medici in questione sono medici “contrattisti” ovvero medici impiegati presso le varie strutture sanitarie attraverso la stipula di un contratto d’opera.
Cos’è un Contratto d’Opera?
Il contratto d’opera è il contratto con cui una parte si obbliga, dietro il pagamento di un corrispettivo, a compiere un’opera o un servizio in favore di un’altra, con lavoro prevalentemente proprio, senza il vincolo tipico del contratto di lavoro dipendente altrimenti detto subordinato.
Ciò significa che per specifiche esigenze, cui non possono far fronte con personale in servizio, le amministrazioni pubbliche – in questo caso l’ASL AA – possono conferire esclusivamente incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo ad esperti di particolare e comprovata specializzazione”.
Quindi, a fronte di una cronica carenza di medici, l’azienda sanitaria ha deciso di stipulare questa tipologia di contratto. Fin qui nulla da eccepire.
Allora, cos’è accaduto? La delibera n. 23/2019 lo spiega benissimo.
Una dottoressa che ha prestato servizio come veterinario presso l’Azienda Sanitaria tramite un contratto d’opera, ha intentato causa contro l’azienda stessa perché riteneva che nonostante il contratto d’opera, la sua prestazione fosse di tipo “subordinata” (dipendente).
Sta di fatto che il Giudice del Lavoro del Tribunale di Bolzano, con sentenza n. 251/2016, dà ragione alla dottoressa e condanna l’azienda a pagare una somma cospicua alla professionista.
In pratica la dottoressa era inquadrata come professionista indipendente ma lavorava come una dipendente, ovvero soggetta a turni, ordini di direzione, rischi professionali ma senza alcuna tutela assicurativa, tantomeno la corrispondenza dei contributi previdenziali né ferie retribuite, tipici dei contratti subordinati.
Sulla base di questo precedente, sono state intentate nei confronti dell’azienda ben 49 cause risarcitorie.
Quella della veterinaria ha messo in moto un meccanismo che costerà caro all’azienda sanitaria, e ancor di più alle tasche degli altoatesini.
Vorrei ricordare che allo stato attuale, ci sono ben 146 contratti d’opera stipulati con professionisti del settore sanitario, in pratica altre 146 potenziali cause.
Il consigliere provinciale pentastellato Diego Nicolini, ha presentato un’interrogazione proprio in merito alla delibera di Zerzer.
Il “Guardiano della Legalità” Nicolini, lamenta l’assenza di trasparenza proprio nella delibera.
Nella fattispecie, nella sua interrogazione si chiede chiarezza circa l’importo per il quale sono stati ingaggiati i due luminari, quanti avvocati sono alle dipendenze dell’ufficio legale provinciale e soprattutto perché ingaggiare gli avvocati per seguire solamente sei cause.
E le restanti quarantatre?
Come vedete, il consigliere Nicolini si adopera veramente come un guardiano posto alla tutela della Cosa Pubblica, e non è facile prevedere le non poche difficoltà che avrà il nostro Doktor Zerzerstein, o chi per lui, nel dare risposte soddisfacenti a chiarire questi punti opachi, altrimenti avrebbe già colmato queste lacune direttamente in delibera, come da prassi.
Finisce qui? Assolutamente no. Ritorniamo all’inizio del viaggio, quando vi ho raccontato della fatidica notte tra il 27 e 28 dicembre 2017. Cosa c’entra la seduta per la legge di bilancio 2017?
“In quella magica notte la Stella Cometa si era posata nell’aula della Commissione Bilancio della Camera…”
Scusatemi, mi sono lasciato prendere la mano dalla magia della Festa più bella dell’anno. In realtà, quella notte i deputati della stella alpina Manfred Schullian e Albrecht Plangger, fecero approvare un emendamento atto a confermare l’utilizzo dei contratti d’opera in ambito sanitario, per il triennio 2018-2020.
Cosa aveva di speciale questo emendamento? La sua peculiarità la troviamo proprio all’ultimo comma 270-quinquies: i rapporti instaurati sulla base delle disposizioni di cui ai commi 270-bis, 270-ter e 270 quater non danno luogo ad un rapporto di lavoro subordinato.
Ricapitolando, l’SVP forza di governo in Alto Adige, attraverso i suoi rappresentanti in Parlamento e con l’appoggio del governo precedente, fa passare un emendamento che il giudice del lavoro di Bolzano già nel 2016, quindi prima dell’approvazione dell’emendamento, aveva dichiarato illegale.
Ecco a cosa servono i rappresentanti del Popolo. Ops… i rappresentanti dei partiti. Ad aggiustare le magagne locali con una legge nazionale, perché solamente esercitando in maniera deviata il potere, si possono garantire lunga vita e prosperità ai regimi.
Ora possiamo supporre che i due luminari siano stati ingaggiati solo per cause antecedenti l’approvazione della Legge di Bilancio 2018, che per l’appunto dovrebbero essere sei.
Possiamo mai giustificare il disagio del buon “Pan di ZERZERO”, il quale, con coraggio autorizzava nella delibera ai rappresentanti della Stella alpina il taroccamento del significato intrinseco dei contatti d’opera?
Come poteva ammettere che allo stato attuale ci sono 146 contrattisti precari, che lavoreranno senza aver riconosciuta alcuna tutela?
Il vostro Bellerofonte, sempre dalla parte dei cittadini (chissà se mi prendono nei #GuardianiDellaLegalità), una chicca a favore di questi medici precari la snocciola più che volentieri.
Sempre nell’ambito del pubblico impiego, la cosiddetta “legge Madia” (D. Lgs. 75/2017), al fine di superare fenomeni di precariato, ha previsto la possibilità della stabilizzazione diretta per i soggetti che risultino aver sottoscritto tale tipologia di contratto, o altri contratti flessibili a tempo determinato (circolare Ministero Funzione Pubblica n. 1 del 2018), successivamente al 28 agosto 2015, con una anzianità di servizio di almeno tre anni negli ultimi otto e che siano stati reclutati con procedure concorsuali.
In caso di mancato possesso del requisito del reclutamento a seguito di procedure concorsuali, la medesima legge ha comunque previsto la possibilità di partecipare a concorsi riservati nella misura del 50% dei posti disponibili nella pianta organica dell’Amministrazione.
Non è tanto, ma è una buona base da cui ripartire.
Un saluto dal vostro Bellerofonte.
Sotto, a vostra disposizione, la delibera
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