Alto Adige
A22, Toninelli tuona contro Bolzano: “State tirando la corda”. Kompatscher: “Nessun localismo”
Contrariamente a quanto affermato solo un paio di giorni fa dal presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher, i rapporti tra Roma e Bolzano relativi alla gestione dell’autostrada del Brennero sono tutt’altro che distesi.
Pomo della discordia i circa 120 milioni di utili accumulati da A22 dal 2014 e di cui oggi lo Stato chiede la restituzione.
Di ritorno dalla riunione del CIPE a Roma sull’accordo per la concessione autostradale di A22 a Brennercorridor, avvenuto con la partecipazione del premier Giuseppe Conte, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti e i ministri Giovanni Tria, Erika Stefani e lo stesso Toninelli, il governatore aveva parlato di un definitivo accantonamento della proposta di restituzione e di un grande passo in avanti verso la concessione “in maniera particolare per quanto riguarda la nostra più grande preoccupazione, ovvero il rischio di dover restituire allo Stato gli utili accumulati e non investiti da Autobrennero negli ultimi 4 anni“.
Kompatscher aveva successivamente dichiarato di aver trovato una sponda da parte dei membri del governo nazionale anche per ciò che concerne il piano degli investimenti, compresi gli 800 milioni per la viabilità dei territori interessati dal percorso dell’autostrada del Brennero e per l’area di via Einstein a Bolzano.
Di evidente diverso avviso il ministro dei Trasporti, che da Roma lancia ora missili terra aria in direzione di Bolzano, dichiarando in una nota al vetriolo “inaccettabile l’atteggiamento per cui qualcuno ancora oggi non voglia apporre l’ultima firma e tagliare il traguardo solo perchè, diciamocelo, ha l’obiettivo di tenersi il vecchio bottino, a scapito delle popolazioni e delle comunità interessate“.
Continua Toninelli: “Abbiamo sbloccato la situazione, risolvendo i problemi, sciogliendo tutti i nodi giuridici e convincendo, dopo una trattativa difficile, la Ue della bontà dello schema di convenzione, evitando che la gestione dell’A22 ed i relativi profitti finissero ai privati e siamo pronti a valorizzare i territori attraverso l’affidamento al settore pubblico locale.
Ci sono circa 120 milioni di euro di extraprofitti della vecchia Autobrennero Spa che dovrebbero tornare allo Stato perché realizzati negli anni in cui la concessione era già scaduta.
I soci non li vogliono restituire? Era immaginabile, visto che nel solo 2017 la gallina dalle uova d’oro ha fruttato 33 milioni di euro in dividendi. A questo punto abbiamo proposto loro di riportarli sulla nuova convenzione, in modo da riequilibrare il rapporto tra investimenti e tariffe, abbassando così i pedaggi per chi inquina meno, ma loro non ci sentono nemmeno da quest’orecchio”.
Nessun margine di contrattazione quindi con il governo di Roma che non intende cedere terreno su una questione che per Toninelli riguarda l’interesse pubblico, il quale “non ragionerebbe secondo logiche localistiche e clientelari”.
“È evidente, a questo punto che, da una parte, il governo e il mio ministero perseguono l’interesse pubblico, mentre, dall’altra parte, qualche politico locale pensa di poter ancora sfruttare quella gallina dalle uova d’oro secondo logiche di potere meramente clientelari. Ma i tempi sono cambiati e bisogna stare attenti a tirare troppo la corda, perché la corda poi si spezza”, conclude.
Pacata la replica al ministro da parte del governatore altoatesino che parla di fraintendimenti che verranno sicuramente risolti al tavolo tecnico il prossimo 23 gennaio, ma anche del fatto che le dichiarazioni di Roma sarebbero giuridicamente incongruenti.
“Lo scopo di Brennercorridor non è quello di fare utili ma di reinvestire a favore del territorio“, ha rimarcato Kompatscher.
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