Angolo Bellerofonte
Sanità altoatesina, la caduta di un impero
Questi sono i viaggi di Bellerofonte che a cavallo di Pegasus, la sua fida tastiera alata, vi narrerà le gesta dell’ultimo imperatore di Roma Flavio Romolo Augustolo, esiliato da Odoacre in Alto Adige.
Purtroppo, ahi lui, le cose anche qui non andarono affatto bene, soprattutto quando si accorse che anche l’impero locale stava per crollare, l’impero dell’Azienda Sanitaria Alto Adige.
Povero piccolo Augustolo che convinto di rifarsi dei fasti della Roma di un tempo, si ritrova a dover migrare nuovamente verso altri lidi.
Infatti è da oltre un anno che la sanità altoatesina, come nel più strano dei paradossi, è bersaglio dei suoi stessi dirigenti, di cui la manifesta incapacità manageriale è seconda solamente alla loro inettitudine professionale.
Forse sto usando parole che gravano sugli amministratori dell’ente sanitario tanto quanto una macina da frantoio grava sulle olive, ma non vedo come possa essere altrimenti.
Il tutto inizia con le prime denunce circa l’incapacità di risolvere l’annoso problema della lungaggine delle liste d’attesa oltreché l’impossibilità di effettuare prenotazioni di prestazioni sanitarie presso il C.U.P., problema già raccontato in uno dei miei precedenti viaggi.
Ci hanno provato a risolvere il problema, certo che ci hanno provato.
La soluzione era stata individuata nel dott. Luca Armanaschi, al quale un sempre meno colpevole Thomas Schael aveva confezionato una ripartizione su misura, quella dell’Assistenza Ospedaliera, appunto per risolvere le criticità sulle prestazioni sanitarie.
Un buco nell’acqua, un flop che ricorda tanto quei programmi televisivi pubblicizzati in pompa magna e chiusi dopo la prima puntata per mancanza di gradimento ed Armanaschi non ha la stoffa del santo che fa miracoli.
Poi abbiamo la questione dei concorsi “ad personam” dove vengono affidati incarichi a dirigenti risultati inidonei a tali concorsi; uno su tutti quello di Direttore Sanitario per il quale la Giunta Provinciale uscente decise comunque ed arbitrariamente di nominare l’inidoneo dott. Thomas Lanthaler, escluso proprio a quel concorso.
E vogliamo parlare del Pronto Soccorso del San Maurizio con il suo cambiamento di destinazione d’uso, che da presidio medico diventa ricovero per senzatetto?
E senza contare le lunghe ore d’attesa ed una triage da tombola natalizia!
E pensare che lo statista da retrobottega, al secolo Arno Kompatscher, gridava sulla stampa di lingua tedesca che la colpa era degli amministratori di madrelingua italiana, un calcio di rigore per i suoi detrattori costato svariate migliaia di voti alle ultime elezioni e la perdita di tre consiglieri. Un fenomeno.
La defenestrazione del direttore generale Thomas Schael avvenuta nel luglio scorso ha accelerato notevolmente il declino dell’azienda, aprendo uno squarcio irreparabile nelle mura di cinta della fortezza sanitaria.
Ancor più devastante sarà la nomina di Florian Zerzer come nuovo direttore generale dell’ASL AA, una inconfutabile ombra sulla legittimità della nomina medesima, addirittura oggetto di interrogazione parlamentare promossa dal neo consigliere pentastellato Diego Nicolini.
Nicolini, che ha portato avanti la sua campagna elettorale all’insegna dell’hashtag “#guardianidellalegalità”, sta portando avanti una denuncia sulla questione della formazione specialistica svolta negli ospedali della Provincia di Bolzano, regolata dall’ordinamento giuridico austriaco, anch’essa oggetto di interrogazione parlamentare; in un’altra epoca, una cosa del genere sarebbe stato motivo di conflitto bellico.
Ma Nicolini non è solo in questa battaglia. Gli fa da sponda l’ANAAO, il sindacato dei medici ospedalieri, sceso sul sentiero di guerra non solo per la questione degli specializzandi.
Sono mesi che il sindacato più rappresentativo cerca invano di far luce sull’utilizzo improprio di personale medico, perennemente sotto organico a causa della medievale proporzionale etnica.
Non scandalizziamoci se al San Giovanni Bosco di Napoli ci sono le formiche, negli ospedali altoatesini troviamo oculisti ed otorini che fanno turni di guardia nel Pronto Soccorso Chirurgico oltre a medici privi di specializzazione che fanno radiografie e anestesie, ed è solo quello di cui siamo certi.
L’ANAAO vuol capire chi, come, quando e perché viene svolta l’attività medica.
Non è accettabile che ci siano 46 medici in pensione reintegrati in pianta stabile nell’organico sanitario, come è inaccettabile l’utilizzo di medici esterni alle strutture ospedaliere.
Non è un caso che a tal proposito, le indagini svolte dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri circa la somministrazione di prestazioni sanitarie effettuate da medici dipendenti da società private, prive delle necessarie autorizzazioni ministeriali presso alcuni presidi ospedalieri altoatesini, abbiano avuto un effetto devastante sia dal punto di vista della credibilità sia dal punto di vista della professionalità, per non parlare della lievitazione dei costi.
Ed in ultimo, non per importanza, l’utilizzo indiscriminato di medici vincolati a contratti d’opera, paragonabili ai raccoglitori di cotone utilizzati nei campi della Virginia, nessuna tutela sindacale, sfruttamento indiscriminato ma col vantaggio dell’assenza di obbligo di possesso del patentino di bilinguismo.
All’inizio avevo detto che il problema del declino dell’impero è tutto interno al sistema: lo conferma un documento firmato congiuntamente da alcuni medici operanti nell’ospedale di Silandro, riportante che i medici medesimi si sentono mobbizzati dalla presenza dei Carabinieri.
Riepilogando, Diego Nicolini lancia hashtag “#guardianidellalegalità, l’ANAAO lavora per il ripristino della legittimità, le Forze dell’Ordine lavorano per la tutela la legalità, ma in ASL AA c’è chi si lamenta della legalità.
Qui Bellerofonte, che insieme all’ultimo imperatore romano vi saluta e rimanda al prossimo viaggio.
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