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Sanità, parla Nicolini:”La verità sulla visita del sottosegretario Bartolazzi”

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Lettera aperta al nostro giornale del pentastellato altoatesino Diego Nicolini.

Il candidato capolista dell’Alto Adige per il M5s vuole fare il punto su quello che è stato l’incontro di lunedì al San Maurizio tra il sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi e i vertici all’ospedale di Bolzano, per parlare dei problemi della Sanità altoatesina.

Dai problemi relativi alle criticità di un sistema che ad oggi circa vale 1 miliardo e 300 milioni di euro, al fatto che quello stesso sistema è portatore dei più alti costi per il personale medico.






Anche i mali della cosiddetta “Vetternpolitik” e la degenerazione meritocratica dovuta all’interferenza politica nelle nomine sono stati argomenti centrali di una discussione che non si è fermata al politically correct della narrazione giornalistica di queste ultime ore.

Così come non sono mancate da parte del Ministero osservazioni attente al sistema dei servizi territoriali, suggerendo che una riorganizzazione a livello logistico sarebbe necessaria, soprattutto per i medici di base, per evitare in primis l’affollamento dei pronto soccorso.

Un incontro che non ha risparmiato dunque osservazioni critiche sul sistema sanitario locale.

“Leggendo i giornali di oggi sembra che la visita all’Ospedale San Maurizio della nostra delegazione con il Sottosegretario Bartolazzi, sia stata una passeggiata per congratularci della eccellente struttura sanitaria.

In realtà nell’incontro a porte chiuse non sono mancati momenti di tensione e di imbarazzo per la rappresentanza dell’Azienda Sanitaria composta dal direttore generale reggente Dr. Thomas Lanthaler, il direttore di Comprensorio di Bolzano Dr. Umberto Tait, il direttore del Dipartimento Salute dell’assessorato Dr. Michael Mayr, il Vicedirettore sanitario, Dr. Roland Doecker ed il responsabile Servizio medicina di base e distretti, Dr. Paolo Conci.

È stato subito posta l’attenzione sull’elevata spesa sanitaria altoatesina, la più alta d’Italia, oltre 2.400 EUR pro/capite e sulla scarsa soddisfazione dell’utenza nella percezione della qualità delle prestazioni e dei lunghissimi tempi di attesa per le visite specialistiche e per il pronto soccorso bolzanino.

Per confronto, visto che con noi era presente un dirigente sanitario della clinica Universitaria di Padova, abbiamo fatto notare che in Veneto, considerata dall’OMS una sanità di eccellenza e la migliore in Italia, vi è una spesa pro/capite di circa 1.700 EUR pro capite annuo.

Il Dr. Michel Mayr difendeva la spesa elevata con i più alti costi del personale medico, sottolineando che i medici locali si formano prevalentemente in Austria, dopodiché hanno offerte in loco, in Svizzera ed in Germania, più alte rispetto a quelle che potrebbero ricevere in Alto Adige. Per questo è necessario avere stipendi più alti che nel resto d’Italia ed ancora non basta per garantire una copertura sufficiente. Questa è una delle ragioni delle alte spese, oltre ai notevoli flussi turistici.

Curioso però, ed oltremodo emblematica del loro modo di pensare, la giustificazione che ha dato a margine, quella che comunque sono soldi “nostri”, ovvero che non arrivano da Roma, come se il problema fosse questo.

In realtà non sono soldi loro, ma sono soldi di noi tutti contribuenti con i quali paghiamo anche i loro lauti stipendi. Tralasciamo anche il fatto che nessuno mai considera il residuo fiscale, sul quale la regione Veneto avrebbe qualcosa da dire, oltre al fatto che i flussi turistici ci sono anche a Cortina e Venezia.

Lo stesso Mayr, ovvero la componente “politica” della rappresentanza, ha poi proseguito sulla particolare sensibilità della nostra Provincia come zona di confine, fattore che inciderebbe sulla copertura vaccinale più bassa d’Italia, e sull’esistenza del bilinguismo sul territorio, che gode di una tutela non solo costituzionale ma anche internazionale.

“Particolarità storica, questa, dalla quale non si può prescindere”.

Abbiamo allora evidenziato la degenerazione meritocratica dovuta all’interferenza politica nella gestione sanitaria, vero cancro della sanità altoatesina, e a nostro modo di vedere una delle cause principali della cattiva organizzazione della sanità.

Su questo punto nessuno ha potuto replicare, in quanto tutti i presenti sapevano bene come funziona la “Vetternpolitik” altoatesina (la politica dei favori ai cugini, o meglio, nella versione italiana: agli amici degli amici) e parte dei presenti in sala ne erano probabilmente beneficiari.

E qui va la nostra critica a questo tipo di sistema: noi siamo fortemente favorevoli all’Autonomia, pronti alla sua difesa, sempre a favore del decentramento amministrativo, ma per escludere tutte le possibili critiche dall’esterno che si tratti di un privilegio dobbiamo gestirla bene considerando la maggior ricchezza che abbiamo. Va bene che la nostra sanità costi anche il doppio rispetto agli altri, ma pretendiamo che i servizi offerti siano anche di eccellenza.

Solo in questo modo potremo difendere bene la nostra Autonomia, non solo dicendo che vi è una tutela internazionale.

È stata sollevata inoltre la questione sull’affidamento di prestazioni sanitarie ad agenzie interinali, attualmente sotto indagine della finanza, che a parte non essere legali dal punto di vista procedurale, aumentano i costi della prestazione, bypassando del tutto il discorso relativo al bilinguismo.

Per il resto, l’incontro si è concluso con il comune intento di continuare a monitorare la situazione e dove ve ne sia bisogno.

Il Ministero si è detto disponibile a fornire la sua expertise per migliorare le performance”.

Diego Nicolini

Candidato capolista M5S Alto Adige-Suedtirol



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