Mamma&Donna
L’inizio del viaggio: la “mamma esaurita” si presenta
di Raffaella Trimarchi
Care mamme e anche – perché no?! – cari papà,
ebbene sì, sono una mamma esaurita; alzi la mano che di voi, almeno una volta, non si è sentita così. Io mi sento così più o meno regolarmente da quando sono diventata mamma, ovvero da quasi 9 anni.
Ma prima di entrare nel vivo di cosa vuol dire essere una mamma e contestualmente esaurita, ed esserlo in una realtà come quella dell’Alto Adige, due parole su di me e perché scelgo di tenere questo blog.
Nata 38 anni fa a Bolzano, ma con Bologna nel cuore, una laurea al Dams con indirizzo cinematografico, ho scelto di restare a Bolzano per amore, sacrificando non poco una carriera rimasta nel cassetto.
Amore che, però, mi ha dato due pesti che oggi hanno quasi 9 e quasi 5 anni per i quali, come il 99% di noi mamme, farei – quasi – qualsiasi cosa. Ma che, contemporaneamente, sono la causa di quasi tutto il mio essere esaurita.
Si è una mamma esaurita per miliardi di motivi, più o meno validi, in primis il senso di colpa di sentirsi esaurita a causa dei figli.
Perché una donna, nel 2018, NON PUO’ sentirsi esaurita, frustrata stufa della propria vita, desiderosa, a volte (anche spesso) di prendere un aereo con destinazione ignota e senza biglietto di ritorno, pena lo stigma sociale di tutti: delle madri perfette, quelle del mulino bianco che non potevano volere di più dalla vita che fare le casalinghe sempre pronte a sfornare dolci ma contemporaneamente con trucco e parrucco da manuale di estetica; delle donne in carriera con 27 figli all’attivo che ti rispondono: “io faccio tutto da sola, basta organizzarsi” (marziane); delle suocere che, quando sei vicina all’attaccare tuo figlio al muro ti dicono: “eh, allora io con 4,5,6,7 figli cosa dovevo fare?”; della donna senza figli che ti sciorina regole montessoriane di educazione perchè le ha lette sui libri…
Insomma, non basta un blog per elencare le motivazioni di una mamma esaurita; ma, essendo mamme, siamo anche sempre in trincea e pronte a combattere.
Nel nostro ruolo, la società spesso ci aiuta e spesso ci ostacola, tutto sta a sapersi orientare. Anche in una realtà come quella altoatesina, che di opportunità ne offre molte ma che crea anche muri.
Ecco perché scelgo di tenere un blog semiserio, per dialogare con le mamme come me che, in questa realtà, a volte si sentono fortunate ma altre anche tanto sole e sottovalutate; per dare qualche piccolo consiglio su temi tra i più svariati, provare ad aprire qualche tavolo di discussione costruttiva e, semplicemente, darci una mano virtuale tra un esaurimento e l’altro.
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